Marzia Corini assolta, per i giudici l’anestesista non uccise il fratello con il sedativo. “Finisce un inferno durato 9 anni”

Milano, il verdetto della Corte d’Assise d’Appello nel processo di secondo grado bis, dopo che la Cassazione aveva annullato con rinvio l'assoluzione. Le tappe della vicenda processuale

Fine di un incubo per il medico anestesista Marzia Corini, assolta oggi con la formula "perché il fatto non sussiste” dall'accusa di aver ucciso, il 25 settembre 2015, con un'overdose di sedativo Midazolam il fratello Marco Corini, avvocato di vip e calciatori, malato terminale di cancro. Lo ha deciso la Corte d'Assise d'appello di Milano nel processo di secondo grado bis, dopo che la Cassazione aveva annullato con rinvio l'assoluzione della Corte d'Assise d'appello di Genova, che aveva ribaltato la condanna di primo grado a 15 anni. 

Prescritti presunto furto e falso nel testamento

I giudici hanno anche disposto il “non doversi procedere” per prescrizione per altri due reati contestati, un presunto furto di farmaci e un presunto falso nel testamento del fratello dell'imputata. Motivazioni del verdetto tra 40 giorni. La Procura generale milanese, che aveva chiesto la condanna a 14 anni e 2 mesi di reclusione, in linea con quella inflitta in primo grado, dopo il deposito delle motivazioni potrebbe decidere anche di ricorrere in Cassazione. La procuratrice generale Francesca Nanni aveva chiesto il minimo della pena per l’anestesista, riconoscendo le attenuanti generiche ma sottolineando come "sicuramente è mancato il consenso" su quanto accaduto –  come dimostrerebbe una frase intercettata al telefono –  e il movente sarebbe stato anche economico, perché "è un dato di fatto che ci sia stata una contrapposizione forte" legata al testamento.  Di diverso avviso la difesa che, invece, aveva ribadito, in mattinata, la richiesta di assoluzione nei confronti della donna "perché la sua condotta come sorella e come medico è stata ineccepibile", inoltre, "non è provato oltre ogni ragionevole dubbio che la causa di morte in concreto sia stata quella somministrazione".

Marzia Corini: “Sistema sbagliato, inferno durato 9 anni”

La sentenza è stata accolta con commozione, lacrime e abbracci, dall'imputata e dai suoi difensori, gli avvocati Vittorio Manes e Giacomo Frazzitta. "Il primo pensiero è che questo sistema è sbagliato: non si possono patire le pene dell'inferno per nove anni, penso a chi non si può permettere una difesa come la mia" ha commentato a caldo Marzia Corini. "Ora – ha aggiunto – comincerò a elaborare il lutto di mio fratello e ricomincerò ad avere la mia privacy".

La vicenda processuale

Marzia Corini, arrestata nel febbraio del 2016 con l'accusa di omicidio volontario, era stata condannata a 15 anni dal tribunale di La Spezia, sentenza ribaltata nel maggio 2022 dalla Corte d'appello di Genova che l'aveva assolta. Nell'aprile del 2023 la Cassazione aveva annullato l'assoluzione con rinvio per difetto di motivazione, oggi i giudici milanesi hanno di nuovo riconosciuto la sua innocenza.

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