
Manuel Mastrapasqua, ucciso con una coltellata in strada a Rozzano
Rozzano (Milano), 12 ottobre 2024 – “Manuel sognava la semplicità. Lavorava per mettere da parte i soldi e poter avere una casa sua, in cui vivere insieme alla fidanzata. Nulla di straordinario, forse. Ma questa semplicità era la sua forza. Io oggi provo tanta rabbia mescolata a un dolore che non andrà mai via. Penso che nel nostro Paese spesso lavorare comporta sacrifici troppo alti rispetto a quello che si ottiene: Manuel rientrava a casa dopo mezzanotte, con i mezzi pubblici da Milano a Rozzano, perché una macchina non ce l’aveva ancora. Ma questo lo esponeva a pericoli”. Lo racconta un’amica di Manuel, che chiede l’anonimato. “Cosa gli è successo? Chi gli ha fatto del male? Vorrei che si lavorasse per la sicurezza a Rozzano. Di notte, andare in giro fa davvero paura. Chi è costretto a farlo, rischia grosso. Capita anche di giorno di essere avvicinati da ’disperati’ che chiedono soldi con insistenza. Pure a Manuel capitava, me lo raccontava”. Il ritratto del giovane si ripropone anche nelle parole di un ex compagno di scuola: “Era timido veniva con me al liceo Calvino era un bravissimo ragazzo. Serio, educato e molto tranquillo. Non riesco a credere a quallo che gli è successo. Sono sconvolto. Credo che questa sia una aggressione ad opera di un balordo, lui non aveva a che fare con storie strane”.
Un futuro cancellato per sempre
Altri amici sottolineano che “Manuel viveva per la sua fidanzata e per la sua famiglia. La sua ragazza è ligure, si vedevano ogni volta che ne avevano occasione e sognavano una vita insieme”. Un futuro cancellato per sempre. In lutto i colleghi del Carrefour in cui lavorava, in zona Maciachini. Gli unici che se la sentono di parlare sono i vigilanti in servizio nel parcheggio e all’interno del punto vendita: “Un gran lavoratore e un bravo ragazzo. Non creava problemi, anzi era sempre disponibile e non si lamentava mai di nulla”. I suoi orari non erano fissi, spiegano. “Ma lui arrivava spesso in anticipo e si prendeva il suo tempo prima di entrare. Si rilassava fumando o bevendo un’aranciata. Oggi è una giornata molto triste, Manuel non meritava di morire così”.
La pista della rapina finita male
Dai ragazzi di Area 51, dove spesso vengono mandati ex detenuti per lavori socialmente utili, agli ex compagni di classe: per tutti Manuel Mastrapasqua era un bravo ragazzo, uno che lavorava e si faceva i fatti suoi. Mentre le indagini sull’omicidio seguono prevalentemente la pista della rapina finita in tragedia, a Rozzano sale rabbia e incredulità per quel ragazzo che stava tornando a casa dal lavoro. “Se Rozzano è questa c’è un problema forte da affrontare, fino a quando sono i malavitosi ad ammazzarsi problemi loro. Ma Manuel stava tornando a casa dal lavoro. Lavorava fino tardi, spesso faceva turni che lo portavano a rientrare alle 2 di notte - racconta una compagna di classe dei tempi del Liceo. Frequentavano insieme il Calvino di Rozzano - Un bravo ragazzo che è stato aggredito e ucciso quando era a pochi passi da casa forse per una rapina, ma dove siamo?”. Domande che si pongono in molti a Rozzano.
Manuel era davvero un bravo ragazzo, nessun precedente penale: agli atti non risulta nulla, neanche una multa. Una sola denuncia per smarrimento dei documenti anni fa. Viveva con la mamma e il fratello. Ogni sera faceva lo stesso percorso: metro da Maciachini (dove lavorava) fino in Duomo e poi il tram 15, spesso l’ultima corsa e in 25-30 minuti era a casa. “Conosco la famiglia - racconta un inquilino di via Lillà - sono gente regolare. Quello che è accaduto è assurdo”.