Milano, il corteo pro Palestina termina sulle note di ‘Bella ciao’: luci accese per Gaza

Gli organizzatori: “Siamo ventimila” e “Siamo più arrabbiati della settimana scorsa”. Tra le centinaia di bandiere palestinesi, anche una russa e un cartello con l'immagine di Anna Frank con la kefiah

Milano, 21 ottobre 2023 –  È terminato all'Anfiteatro Martesana il corteo per la Palestina, iniziato verso le 15.30 dalla Stazione Centrale di Milano. Sono 20mila, secondo gli organizzatori, le persone che hanno partecipato alla manifestazione. ''Non ci stancheremo mai di lottare per la Palestina'', assicurano gli organizzatori, che hanno anche invitato le migliaia di presenti ad accendere le luci dei cellulari. ''Sembra banale, ma a Gaza l'elettricità manca'', hanno spiegato. La manifestazione è terminata sulle note di 'Bella ciao'. Tra le centinaia di bandiere palestinesi, anche una russa, e quelle di Rifondazione Comunista, Unione Popolare e Potere al Popolo.

Il comizio finale

''Siamo più arrabbiati della settimana scorsa, ma anche più fiduciosi perché la maschera di Israele sta cadendo'', hanno detto gli organizzatori. Il comizio finale all'Anfiteatro è stato rivolto alla ''parte occidentale, quella che resta in religioso silenzio''. Parole forti quelle scandite da un uomo al megafono: ''Con l'unico Stato democratico del Medio Oriente o con i terroristi di Hamas. Noi viviamo in un mondo civile, Israele è lo stato più criminale al mondo. Tutti quelli che lo sostengono sono complici del sangue di bambini, donne e anziani e dei massacri contro le moschee. 'I nostri politici - ha proseguito - devono smetterla con il sostegno a Israele e dichiararsi a favore degli oppressi e dei civili massacrati nella striscia di Gaza''.

Solidarietà dai residenti di via Padova

Al suo passaggio in via Padova, il corteo ha lasciato scritte come "Free Gaza”. Gli abitanti si sono affacciati a finestre e balconi mostrando solidarietà. Centinaia di bottigliette d'acqua sono state invece regalate ai manifestanti da un piccolo supermercato, Milon Bangla di via Settembrini, al passaggio del corteo milanese. “Voglio solo aiutare” ha detto il proprietario, distribuendo acqua ai partecipanti.

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L’attacco ai media occidentali

Tra i temi del corteo anche l'attacco ai media occidentali che ''raccontano falsità sui palestinesi che hanno stuprato donne e decapitato bambini. Queste bugie vanno smascherate. Per l'attacco del 7 ottobre - ha osservato una ragazza - nessuno si è fatto domande, ma quando bombardano un ospedale allora servono le indagini''. Al corteo anche il furgoncino dei palestinesi d'Italia e tante bandiere palestinesi. Dal camioncino molti commenti sulla narrazione a senso unico delle istituzioni e dei media occidentali, accusati di essere schierati dalla parte di Israele. “L'Occidente – sostiene un altro – ha mentito su Yemen, Sudan, Siria e Libano, questa volta non è diverso e l'Italia è coinvolta nel massacro della popolazione palestinese con il trasporto di armi. La morte cui assistiamo in questi giorni è made in Italy, dobbiamo fermare l'esportazione delle armi verso Israele

LE FOTO

Il corteo si snoda per le vie del centro scandendo lo slogan "Palestina libera" 

Slogan e cartelli contro Israele

“Palestina libera” e “Israele criminale” sono gli slogan scanditi dalla folla. ''Siamo qui per fermare il genocidio di Gaza'', ha spiegato col megafono una ragazza. ''Israele fascista, Stato terrorista. Palestina libera'', ha urlato la piazza, invocando ''intifada, intifada''. “Un genocidio si condanna o si condona, non c'è una mezza via” le parole degli organizzatori, che hanno spiegato come le notizie delle manifestazioni in giro per il mondo aiutino i palestinesi di Gaza a resistere. “Noi figli di rifugiati siamo in attesa di giustizia e di tornare nelle nostre terre, le cui chiavi custodiamo da 3 generazioni" ha detto dal camioncino che apre il corteo una giovane palestinese. ''Fermiamo il genocidio a Gaza''. ''Non si chiama conflitto, si chiama occupazione. E deve finire'', si legge su un cartello, mentre una ragazza dal carro in testa ripete: ''Noi siamo italiani, nati qua, ma questo non toglie che siamo anche palestinesi. Tutti i giornali ci condannano, ma noi vogliamo la libertà''. ''Ora e sempre resistenza, free free Palestine'', risponde la piazza. Un uomo regge una bara di legno con su scritto ''Rip Humanity''

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