Manifestanti pro Navalny identificati. Il caso a Milano finirà in Parlamento : "Ma che Paese stiamo diventando?"

Il senatore del Pd Filippo Sensi presenterà una interrogazione al ministro dell’Interno Piantedosi. Dodici persone tra silenzio e fiori volevano ricordare la battaglia dei martiri russi per la democrazia.

di Marianna Vazzana

Mazzi di fiori e lumini tra le foto di Alexei Navalny, il principale oppositore di Vladimir Putin morto in carcere in Russia a 47 anni tre giorni fa. Sono sull’erba, sotto la targa di Anna Politkovskaya, e sono stati appoggiati nel giardinetto di Porta Nuova da alcune persone ieri pomeriggio, come omaggio all’attivista. Ma quelle persone, "una dozzina", che volevano onorare con fiori la memoria di Navalny a Milano, si sono trovate lì degli agenti che li hanno identificati. Con una interrogazione parlamentare a Piantedosi chiederemo conto di che Paese siamo". Lo scrive in un tweet il senatore del Pd Filippo Sensi, citando Annaviva, l’associazione per mantenere viva la memoria di Anna Politkovskaja, la giornalista investigativa – dissidente russa – trovata uccisa a colpi di pistola il 7 ottobre 2006 nell’ascensore del suo palazzo. Ed è bufera. Dopo il tweet è scoppiato il caso: "Non è possibile, non siamo mica in Russia", "Pensavo che fossimo ancora molto lontani da Mosca", sono alcuni dei commenti comparsi sotto al messaggio del senatore Sensi. Mentre il deputato di Azione Osvaldo Napoli accusa la polizia di "aver scambiato quell’angolo di Milano per una strada di San Pietroburgo o di Mosca".

Il presidio, apprendiamo, era stato organizzato da alcuni attivisti di “Annaviva“, che si sono ritrovati alle 14.30 sotto la targa di Anna Politkovskaja per deporre foto, lumini e foto in onore di Alexei Navalny. Una dozzina di persone o poco più. Mentre era in corso l’evento, al gruppo si sono avvicinati alcuni agenti della Digos in borghese che hanno chiesto ai partecipanti un documento. Perché? Secondo quanto appreso, la manifestazione era stata segnalata alla Questura, che quindi ne era al corrente, ma senza specificare l’orario e indicando che ci sarebbero state due o tre persone. Il gruppo, più numeroso del previsto, è stato notato da una pattuglia della Digos in borghese, di passaggio, che si è avvicinata per un semplice controllo. Al presidio non c’era il “promotore“, che aveva trasmesso l’avviso alla Questura, quindi sono stati interpellati i presenti.