Manca la volontà di creare corridoi umanitari Gli episodi di morti in mare purtroppo sono frequenti

Anche quella di Cutro è una recente tragedia che denota ancora troppa indifferenza.

Cosa ha provato quando ha saputo di essere stato dichiarato Giusto?

"Mi fa molto onore ma non mi sento un eroe".

Dopo questa tragedia sono cambiati i suoi rapporti con amici e famigliari?

"No, la mia più grande gioia è quando in una scuola un ragazzo si è avvicinato a me e mi ha confidato: “Io la penso come lei, non come la pensa mio padre".

Il coraggio quella mattina dove l’avete trovato?

"Ho provato un attimo di paura e poi ho agito. (un’altra barca ha salvato 18 persone, un’altra ancora 12). Il coraggio esce da solo".

Sono passati dieci anni da quella tragedia e a Cutro in questi giorni si è ripetuta la stessa tragedia. Cosa ne pensa?

"Manca la volontà di creare dei corridoi umanitari. La storia si è ripetuta anche subito dopo il naufragio del 3 ottobre 2013. L’11 ottobre 2013, infatti, 360 siriani partirono con un barcone dalla Libia, ma vennero avvistati da una motovedetta che sparò sul barcone, provocando dei buchi nello scafo. I migranti chiesero aiuto a Malta, la quale rispose che la questione non era di loro competenza. Alla fine il barcone affondò con 260 morti, di cui 60 bambini. Al processo la Marina Militare venne dichiarata colpevole e, nel secondo grado di giudizio, vennero assolti tutti perché erano scaduti i termini".

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