
di Giovanni Chiodini
Dopo aver espresso la propria contrarietà al Masterplan Malpensa 2035, non firmando il protocollo d’intesa promosso da Regione Lombardia, il Parco del Ticino ha chiesto un incontro con Sea ed Enac per esaminare nel merito le questioni relative alla proposta di ampliamento dell’area Cargo City che si vorrebbe insediare sulle brughiere di Gaggio, Tornavento e Lonate Poccolo. Nell’incontro con il Parco era supportato da uno studio di ingegneria specializzato in progettazione aeroportuale.
Da tale confronto è emerso chiaramente che l’alternativa 7 (quella appunto localizzata sulla brughiera), proposta da Sea e Enac, risulta quella di più semplice attuazione sotto il profilo tecnico, ma che non tiene in debito conto tutta una serie di aspetti ambientali. Per il Parco questa "non è l’unica soluzione percorribile". "Ci sono alternative assolutamente praticabili tra quelle proposte nel Masterplan. Ad esempio, quelle denominate 2 e 2A presenterebbero solo alcuni piccoli aspetti di ‘attenzione’ sul piano tecnico, assolutamente risolvibili a livello progettuale e gestionale. Per banalizzare se vi fosse una montagna o una collina in quell’area, l’intervento dovrebbe necessariamente essere ripensato in favore delle alternative 2 e 2A. Diversamente che senso avrebbe avuto inserirle quali alternative nel Masterplan stesso?" commentano al Parco. Queste alternative - sostengono i tecnici del Parco - comportano profili di rischio gestionale assolutamente normali a livello aeroportuale, gestite nella stragrande maggioranza degli aeroporti italiani e del resto del mondo.
Come esempi il Parco ha portato le strutture degli aereporti di Boston e di Atlanta, che hanno volumi di traffico superiori a Malpensa, dove ci sono addirittura le piste che si incrociano tra loro e il tutto viene gestito quotidianamente attraverso una serie di corrette procedure di safety. "Se ci si ostinasse nel voler consumare suolo pregiato, un habitat dal valore ambientale che non sarebbe mai più ricostituibile, sarebbe davvero un’occasione persa verso le affermazioni di sostenibilità e transizione ecologica su cui si concentra l’attenzione di tutti ma che, alla luce di quanto sta accadendo, resterebbero solo belle parole se la brughiera venisse trasformata" ribadiscono al Parco.