L’appuntamento era fissato intorno alle 23.30, a Cesano, in via Don Sturzo, in una zona isolata, tra il parco e il centro commerciale. Lì i due, zio e nipote, avrebbero dovuto chiarirsi per l’ennesima volta. Il più giovane, 28 anni, Antonio Iannetti, arrivava da Buccinasco, dove viveva dal 2016, dopo essersi trasferito prima dalla sua città d’origine, Torremaggiore, in provincia di Foggia, e poi da Campobasso. Roberto Parisi, lo zio materno, anche lui foggiano, abitava a Sedriano, dove viveva con la figlia piccola, avuta da una precedente relazione. I due collaboravano con lavoretti da tuttofare. Nei gruppi social cittadini, di Sedriano e Buccinasco, si proponevano per svolgere mansioni di ogni tipo: traslochi, interventi da elettricista, murature e imbiancature, un po’ di tutto. Quando qualcuno chiedeva nei gruppi il contatto di un tuttofare, il nipote suggeriva quello dello zio. Ma non è stato qualche problema nella collaborazione lavorativa il movente dell’omicidio. Iannetti non accettava la relazione tra la sua ex compagna e lo zio. "Ci tormentava da otto mesi, da quando abbiamo cominciato a frequentarci – racconta la 37enne –, diceva “te lo faccio portare sulla coscienza, a tua figlia racconterai che la colpa è solo tua. Non avrai mai una vita con lui finché ci sarò io“. La sera dell’incontro a Cesano doveva servire a chiarire ancora una volta la situazione, Roberto voleva chiedergli di lasciarci in pace. Lo ha ucciso – con sette coltellate, due al collo, due al torace e tre al braccio sinistro ndr –, poi mi ha chiamato e mi ha detto che lo aveva accoltellato. È stato straziante". Antonio ha lasciato lo zio in una pozza di sangue, steso sull’asfalto.
A nulla sono serviti i soccorsi e i tentativi di rianimarlo. Troppo profonde le ferite, inflitte con un coltello a serramanico che il 28enne si era portato all’appuntamento con lo zio. Ha tentato anche di disfarsi dell’arma, lanciandola in un pratone. Poi si è presentato alla caserma dei carabinieri: "L’ho ucciso io", ha confessato, indicando anche il punto dove aveva cercato di nascondere il coltello, vicino al luogo del delitto. Il pm Bianca Baj Marcario lo ha interrogato per circa un’ora, poi ha inoltrato all’ufficio del gip la richiesta di convalida del fermo di custodia cautelare in carcere, con l’accusa di omicidio. "Era un uomo meraviglioso, la persona più buona e gentile del mondo, amava la vita, aveva sempre il sorriso, una parola buona per tutti, era divertente. Amava tantissimo la figlia, adorava il mare, gli animali. Mi aveva chiesto di sposarlo a gennaio, diceva che le cose belle vanno colte al volo", ricorda la compagna, straziata dal dolore.