Malati psichici, pregiudicati, abusivi: "Via Ricciarelli è una polveriera"

Degrado visibile a ogni ora del giorno con rifiuti per strada, case Aler a pezzi. L’ultima grana? La moschea illegale

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di Annamaria Lazzari

Una nuova moschea abusiva in via Ricciarelli? Secondo la versione concorde di residenti che vivono nella "casbah" e dei pochi commercianti italiani rimasti si nasconderebbe dietro le vetrine oscurate che si affacciano sulla strada all’altezza del civico 18. "Dovrebbe accogliere bambini che studiano il Corano ma noi vediamo entrare uomini adulti per pregare", dicono.

L’ultima novità non cancella problemi annosi, una materia esplosiva impastata di abusivismo, disagio sociale e degrado. Quest’ultimo è ben visibile ad ogni ora del giorno. I marciapiedi, soprattutto nel tratto fra via Caccialepori e viale Aretusa, sono regno di rifiuti ingombranti. Nei cortili delle case popolari i sacchetti di immondizia formano montagne, nonostante l’avviso dell’Aler contro l’abbandono. "È così ogni giorno, colpa degli abusivi rom che occupano la maggior parte degli appartamenti", bisbiglia una donna dietro al suo balcone del palazzo al civico 22. Abita di fronte alla Scala C, finita sotto i riflettori nel maggio 2019, dopo l’orrenda tragedia accorsa a Mehmed Hrustic, il bimbo rom di due anni ucciso a botte dal padre come ultimo atto di una notte di sevizie. "L’episodio più straziante capitato in questa via – commenta un edicolante della zona – ma con l’assalto delle telecamere c’è stata un po’ di visibilità sui nostri problemi e abbiamo visto più pattuglie. Certa gente però della legge se ne frega: ho visto coi miei occhi strappare i verbali di fronte agli agenti come atto di sfida".

Fra le criticità annose il degrado estetico degli alloggi Aler (con facciate che cadono letteralmente a pezzi) e quello che un commerciante definisce "mix abitativo esplosivo. Un vigile mi ha riferito che qui c’è la più alta concentrazione a Milano di malati psichici, a cui si aggiungono pregiudicati, immigrati maghrebini, rom: è facile che scoppi la scintilla…". Il civico 43 è un altro indirizzo importante: la sede di un presunto luogo di culto islamico, oggetto di diversi esposti dei condomini oltre che di un’interrogazione parlamentare del deputato leghista Igor Iezzi nell’ottobre del 2020. "Sono venuti a qui pregare per due anni – spiega il custode dello stabile portandoci di fronte all’ingresso di un seminterrato - ma è da un mese che qui non si vede più nessuno, si sono trasferiti più avanti".

La "nuova" moschea abusiva sarebbe quella dietro le quattro vetrine al civico 18 dove gli abitanti vedono adulti andare a pregare. "Ufficialmente ci hanno spiegato che accolgono bambini per studiare il Corano" precisa Giuseppe Marvulli, la cui tintoria Ricciarelli sorge proprio a fianco. "Avevo un negozio in De Angeli ma ho preferito trasferire in questa via l’attività 40 anni fa: questa strada per decenni è stata meravigliosa, piena di negozi, e io ero il promotore di tutte le iniziative. Vicino a me c’erano una cartoleria, un parrucchiere, un meccanico, una estetista: ci sentivamo come una famiglia. Quando i residenti italiani della zona hanno cominciato ad andarsene, i miei colleghi si sono trasferiti. Perché sono rimasto? Ho un giro di clientela in tutta Milano, faccio servizio a domicilio e amo il mio lavoro. Ma se fosse per il passaggio avrei tirato giù la claire da un pezzo" ,racconta l’esercente 74enne.

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