NICOLA PALMA
Cronaca

Malamovida, i giudici “promuovono” i divieti: respinto il ricorso di cinque locali di Navigli, NoLo e Porta Venezia

Alla vigilia dei divieti per l’estate alle porte, i giudici hanno dato semaforo verde a quelli introdotti l’anno scorso. Ecco con quali motivazioni

Sabato sera in Darsena, una delle zone oggetto dell’ordinanza “promossa“ dal Tar

Sabato sera in Darsena, una delle zone oggetto dell’ordinanza “promossa“ dal Tar

Milano, 3 maggio 2025 – Alla vigilia dei divieti anti-movida per l’estate 2025, ecco l’ok dei giudici a quelli introdotti nel 2024. Una sentenza che legittima l’operato del Comune e scoraggia gli esercenti intenzionati a impugnare le regole (che si preannunciano ancor più stringenti) che stanno per entrare in vigore nelle zone a maggior tasso di locali (con la new entry delle Cinque Vie). 

Il ricorso al Tar  

L’anno scorso, stando a quanto emerge da un recentissimo verdetto del Tar, sette locali di diversi quartieri (Ticinese, NoLo, Porta Venezia e corso Como) si sono rivolti al Tribunale amministrativo per chiedere l’annullamento dell’ordinanza numero 12 del 13 maggio, con la quale il sindaco Giuseppe Sala ha fissato alcuni paletti su orari di asporto e dehors dal 20 maggio al 4 ottobre nelle seguenti aree: NoLo, Lazzaretto, Melzo, Isola, Sarpi, Cesariano, Arco della Pace, corso Como-Gae Aulenti, Garibaldi, Brera, Ticinese, Darsena e Navigli. Ecco le norme: stop all’utilizzo degli spazi esterni dall’1 alle 6 nei giorni feriali e dalle 2 alle 6 nei festivi; alt alla vendita e alla somministrazione da asporto degli alcolici da mezzanotte alle 6; niente ambulanti dalle 20 alle 6. 

Gli obiettivi 

Obiettivo prioritario: tutelare sia il diritto al divertimento che quello al riposo. I gestori che hanno contestato le misure, sostenuti in aula da Confcommercio, hanno sostenuto che l’individuazione delle 12 aree da parte di Palazzo Marino non sarebbe stata coerente con i risultati di uno studio commissionato al Politecnico. Dal canto loro, i legali dell’amministrazione hanno risposto che le zone “non sono state determinate in forza dell’analisi metodologica effettuata dal Politecnico, ma sulla base di un monitoraggio strutturato degli ambiti urbani particolarmente frequentati in orario notturno e interessati dal fenomeno movida”. Detto questo, gli esiti del monitoraggio effettuato da un “organismo di presidio istituzionale”, il cosiddetto “Opi Movida”, e l’analisi della Direzione sicurezza urbana del Comando della polizia locale hanno comunque prodotto una relazione “coerente” nei contenuti con il report dell’ateneo. 

Rilevazioni acustiche 

E neppure, aggiunge il collegio presieduto da Marco Bignami, si può parlare di difetto di istruttoria per l’assenza di rilevazioni acustiche, perché l’ordinanza “non è diretta a contenere una particolare situazione di inquinamento acustico, ma a intervenire sul più complesso fenomeno della movida che coinvolge profili relativi alla salute, alla quiete dei residenti e al decoro urbano”.