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Elezioni comunali, la guerra di Majorino: basta dirigenti fannulloni

"Bisogna insistere sulla cultura della legalità. C’è il tema del reddito minimo comunale e poi penso a un Festival dei Festival. Sarei ipocrita se non dicessi che, in alcuni settori, ci sono anche dirigenti fannulloni" di GIAMBATTISTA ANASTASIO

Pierfrancesco Majorino

Milano, 5 gennaio 2016 - Pierfrancesco Majorino, assessore al Welfare e candidato alle primarie: quando ha ricevuto minacce per il bando moschee? E quante? «Le ho ricevute fino a 2 giorni fa. E diverse. Una particolarmente corposa: il mittente si augurava la morte mia, dei miei familiari e del mio staff. Ma non mi faccio intimorire: andiamo avanti, il diritto di culto deve valere per tutti. E pur non immaginando alcun coinvolgimento della Lega, chiedo a Salvini di riflettere sul fatto che il linguaggio dell’odio può contribuire a creare un brutto clima. Avanti anche sul bando per trovare famiglie disposte ad accogliere profughi».

Perché la marcia indietro sull’idea di un assessore gay in una sua eventuale Giunta? «Nessuna marcia indietro, ho precisato il concetto. Essere omosessuale non sarà condizione necessaria e sufficiente per far parte di una mia Giunta. Mi piacerebbe, però, che possano farne parte persone, anche omossessuali, formatesi nelle lotte per i diritti civili».

Pensa ad un assessorato sui diritti civili o ad un garante? «Più avanti farò una proposta strutturata. Per ora dico che la sala matrimoni di Palazzo Reale deve diventare anche la sala dove celebrare le unioni civili, anche tra persone dello stesso sesso».

Sociale e diritti civili: la sua offerta non è un po’ limitata se ci sono elezioni da vincere? «Penso che in questa fase storica, welfare e diritti civili siano temi cruciali per la crescita della città. E che il welfare interessi tutti: pensi alle badanti di condominio...».

Ma...? «Ma c’è parecchio altro. Bisogna insistere sulla cultura della legalità. Sulla 90-91, su bus e tram che servono periferie quali via Padova, via Imbonati o via dei Missaglia, dove è forte l’impressione che in tanti non paghino, deve esserci sempre il bigliettaio. Bisogna riattivare gli sconti sui mezzi Atm per i pensionati anche prima delle 9.30 e consentire ai genitori che accompagnano i figli a scuola di viaggiare sempre gratis in quelle fasce orarie. C’è il tema del reddito minimo comunale: possiamo arrivare a stanziare 47 milioni all’anno per questo. Penso, poi, ad un Festival dei Festival, che abbracci dalla letteratura al teatro: come dice Filippo Del Corno, gli investimenti in cultura fanno crescere la città. E poi c’è da migliorare l’efficienza della macchina comunale: ci sono dirigenti comunali che fanno tanto e vanno valorizzati ma sarei ipocrita se non dicessi che, in alcuni settori, ci sono anche dirigenti fannulloni, che fanno pochissimo e, non potendo licenziarli, vanno messi in condizione di non nuocere. Si dice che sono antirenziano ma sulla pubblica amministrazione non lo sono: si deve cambiare velocità».

Bigliettaio e reddito minimo: misure costose in tempi di tagli ai trasferimenti per il trasporto pubblico e ai Comuni. «Bisogna ribaltare l’approccio: prima aumentiamo le risorse per il welfare, per la sicurezza e per la cultura e poi vediamo come far rientrare i bilanci razionalizzando spese evitabili. Ad esempio, le consulenze. Su questo Giuliano Pisapia ha fatto un grande salto in avanti rispetto ai predecessori».

Sala è favorevole alle unioni gay: non è strano per un amico di Lupi e Formigoni? «Le sue parole le vivo come una vittoria di tutti noi che da sempre ci battiamo per i diritti civili. Tuttavia le ambiguità rimangono, abbiamo visto ai suoi eventi consiglieri comunali d’opposizione. Sala deve dire con chiarezza che gli amici di Lupi e Formigoni non saranno con lui in futuro». giambattista.anastasio@ilgiorno.net