MONICA AUTUNNO
Cronaca

Mai più disastri per esondazioni: "I punti critici dove intervenire"

L’ufficio tecnico di Liscate ha realizzato una mappa. Il sindaco: "Bisogna lavorare sulla prevenzione"

Mai più disastri per esondazioni: "I punti critici dove intervenire"

L’ufficio tecnico di Liscate ha realizzato una mappa. Il sindaco: "Bisogna lavorare sulla prevenzione"

Fontanili e rogge, torrenti e rete fognaria, a quattro mesi dal disastro un check del rischio locale a cura dell’ufficio tecnico. È stato predisposto nell’ultimo mese, "e fotografa - così il sindaco Lorenzo Fucci - zona per zona del territorio comunale, quelli che sono i punti critici del reticolo idrico. Bisogna lavorare sulla prevenzione".

Il comune di Liscate fu, il 15 maggio, nella rosa dei quattro centri (Bellinzago Lombardo e Gessate in primis oltre a Masate) maggiormente danneggiati dall’alluvione. Ed è a sua volta firmatario della richiesta di riconoscimento di stato di calamità. "L’esondazione delle Trobbie e del Molgora - dice Fucci - è stata sicuramente la causa numero uno di quanto è successo quel giorno, un evento di straordinaria portata. Ma sappiamo bene che vi sono criticità sui nostri territori che sono stati, e ancora potrebbero esserlo, elementi sebbene in minima parte coadiuvanti. In attesa di sapere se arriveranno i denari richiesti a Roma, ho deciso di commissionare uno studio in proprio". La mappa include contesti naturali e infrastrutture: "Sifoni che non lavorano più a dovere, canali. Fontanili sporchi. Condutture interrate. I tecnici comunali hanno lavorato molto bene, abbiamo un quadro". Anche qui, servono fondi. "Qualche intervento però si può far partire. Parliamo in questo caso di cifre contenute".

A Liscate l’alluvione colpì in particolare la zona produttiva e le aziende. Nell’area di Bellinzago e Gessate, epicentro del disastro, l’ondata di piena mandò a bagno decine e decine di abitazioni al pianterreno, garage e cantine. Le schede a corredo della richiesta di stato di calamità naturale furono compilate nei giorni successivi in primis da quattro comuni, e poi da un’altra ventina d’area. L’istanza è stata inviata al Ministero in estate, "al momento non abbiamo notizie". Nei mesi scorsi le zone alluvionate sono state visitate da autorità, protezione civile nazionale e, a più riprese, staff tecnici regionali e consorzi idrici. Al centro la presentazione dei progetti di vasche di laminazione che, negli anni a venire, dovrebbero contribuire su zona allargata a contenere le ondate di piena in concomitanza con forti, e sempre più frequenti, episodi maltempo. Già in funzione la vasca di Inzago si attende il completamento di quella a nord di Gessate, i cui cantieri si sono aperti nei mesi scorsi. Ulteriori impianti dovrebbero vedere la luce nell’area di Masate, a Bussero e nella stessa Bellinzago Lombardo, a ridosso del naviglio Martesana.