Milano – Invece di metterlo di fronte alle proprie pesantissime responsabilità, gli suggerivano come uscirne meglio: “Fingiti abbacchiato, depresso”. Erano questi i consigli che il maestro di religione, accusato di violenza sessuale nei confronti di quattro bambine tra i 4 e i 5 anni, riceveva dai propri genitori. Il tenore delle conversazioni è emerso nelle intercettazioni dei colloqui in carcere tra genitori e figlio, di cui alcuni stralci sono stati inseriti nelle motivazioni della sentenza con cui la gup Angela Minerva, lo scorso 9 luglio, ha condannato l'insegnante di 35 anni a 6 anni e 8 mesi di reclusione con rito abbreviato, a seguito dell'inchiesta della Polizia locale e della pm Rosaria Stagnaro.
"Non vorrei che scrivessero che tu sei vigile, sveglio (...) perché così stai facendo un autogol micidiale (...) non far vedere che sei brillante (...) se ti vedono abbacchiato e depresso aiuti". Secondo la giudice, mamma e papà lo sollecitavano a "sfruttare la sua pregressa storia medica per condizionare le valutazioni di giudici e periti simulando i sintomi" di una malattia mentale.
Gli abusi sulle bambine durante le attività a scuola erano stati documentati anche grazie alle microcamere piazzate dagli investigatori e l'uomo nel marzo 2023 era finito in carcere. Negli atti, come si legge nella sentenza, sono finiti anche quei tentativi del padre e della madre di fare in modo che fingesse di avere un vizio di mente. La madre gli diceva: "Devi fare l'addormentato". E lui rispondeva: "Devo fare lo scemo praticamente". Una perizia ha stabilito, però, che l'imputato era capace di intendere e di volere e lui, tra l'altro, è finito indagato anche in un altro filone di inchiesta nel quale sono state raccolte segnalazioni e testimonianze di abusi su altri quaranta bambini nelle varie scuole in cui ha insegnato in passato. La giudice nelle motivazioni parla di una "molteplicità" di abusi ai danni delle bimbe che "si fidavano" di lui e "a cui si affidavano" e della "sofferenza morale dei genitori", parti civili coi legali Maria Virginia Dascanio, Maria Teresa Manente, Rossella Benedetti e Ilaria Boiano. Ad ogni genitore è stata riconosciuta una provvisionale di risarcimento di 10mila euro. La giudice, comunque, sul fronte delle intercettazioni in carcere ha evidenziato il "ruolo preminente avuto" dai genitori e ha riconosciuto all'ex maestro le attenuanti generiche anche per il suo "vissuto problematico" e le sue "fragilità" accertate da medici.