Maestro d’asilo arrestato per abusi: "I sospetti c’erano, andava fermato prima"

Milano, Ilaria Maggi è fondatrice di una onlus che assiste le famiglie contro “gli orchi”. Ai genitori coinvolti: "Certezze crollate. Ma non dovete sentirvi soli"

Una bimba va all'asilo

Una bimba va all'asilo

«Il comportamento di questo maestro aveva già generato sospetti. Perché non è stato fermato prima? I danni sono incalcolabili". Lo sottolinea Ilaria Maggi, consulente in analisi e prevenzione del maltrattamento a scuola: suo figlio, oggi sedicenne, è tra le vittime dei maltrattamenti emersi nel 2009 all’asilo nido Cip & Ciop di Pistoia (le due maestre sono state condannate in via definitiva a 6 anni e 4 mesi e a 5 anni). La donna ha poi fondato la onlus “La via dei colori” che in 13 anni ha accolto e supportato migliaia di famiglie in tutta Italia seguendo con il proprio staff 250 processi a carico di “orchi“ in asili, scuole o strutture per la cura.

Ora riflette sul caso di G.P., l’insegnante di religione di 34 anni arrestato mercoledì in una scuola dell’Infanzia comunale della periferia nord, in flagranza di reato, con l’accusa di abusi e violenze. Agli agenti di polizia locale che seguivano le sue mosse dalle telecamere sono bastati meno di cinque minuti per decidere di intervenire. "Gli occhi elettronici fanno la differenza – evidenzia Maggi –. Ora si danno per scontati ma non era così nel 2009: il nostro caso al Cip & Ciop ha fatto da spartiacque, per la prima volta sono state utilizzate per le indagini su maltrattamenti in un nido".

Un consiglio da dare ai genitori milanesi ora coinvolti?

"Respirate. Fermatevi. Quello che è successo è come uno tsunami che rade al suolo tutte le certezze e trasforma mamme e papà in una pagina bianca da riscrivere. I figli hanno bisogno che venga riscritta. Io mi metto a disposizione di tutti, con la mia associazione (www.laviadeicolori.org, 800984871): nessuno si senta solo".

Come superare i traumi?

"Le ferite sono permanenti. I nostri figli e anche noi siamo persone diverse da quelle che saremmo state senza quell’evento. Si può uscire dal dolore e tornare a star bene ma di sicuro non si torna più quelli di prima e si passa tutto il resto della vita a fare i conti con una cicatrice".

Come accorgersi se qualcosa non va?

"Il campanello d’allarme è sempre il cambiamento, a qualsiasi età: non sottovalutare se il bimbo diventa improvvisamente taciturno, se smette di mangiare, se regredisce (magari non trattiene più la pipì), se “mette in punizione“ le bambole. Se nei suoi discorsi dimostra di conoscere l’altro sesso pur non avendolo mai visto in condizioni di nudità. Importante ribadire che chiunque abbia dubbi o sospetti può chiedere aiuto e presentare un esposto, per dare il via alle verifiche. Al nido Cip & Ciop tutto è partito grazie a un papà, nel 2009, ma l’asilo esisteva da 10 anni. Dopo che è scoppiato il caso, tanti hanno detto “io sapevo“".

Come si sostiene l’associazione?

"Grazie alle donazioni. È possibile adottare “un combattente a colori“, come ci chiamiamo, per guardare al futuro con il sorriso nonostante il dramma. Vogliamo che tutti possano accedere alla migliore tutela. Oltre a seguire le famiglie, ci battiamo perché a livello giuridico ci sia un “protocollo di gestione“ di casi di maltrattamenti e abusi nelle strutture come scuole e case di cura e perché da un punto di vista scientifico si comprenda la gravità dei danni che ne conseguono".

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