Il maestro arrestato per abusi sui bimbi insegnava in sei scuole di Milano: indagini su altri incarichi

Il 34enne era stato sanzionato e trasferito a fine 2021. Il suo nome in un elenco di 30 docenti indicati dalla Curia

Una bimba va all'asilo

Una bimba va all'asilo

Non insegnava religione solo nella scuola dell’infanzia della periferia nord dov’è stato arrestato mercoledì, in flagranza di reato: G.P, 34 anni, era in servizio in altre cinque scuole. Un’ora e mezza di lezione a settimana per ciascuna classe. Una professione cominciata nel 2018, a Bari, coltivata nel Comasco e a Trento, prima dell’incarico a Milano. Il suo nome – dalla fine di marzo del 2019 – è nell’elenco della Curia, tra i seimila maestri di religione distribuiti nelle scuole di ogni ordine e grado, statali, comunali e private disseminate nel territorio della Diocesi ambrosiana. Un’ora e mezza di religione è prevista anche all’asilo, fatta salva la possibilità delle famiglie di chiedere l’attività alternativa. Per questo, nelle scuole dell’infanzia del Comune di Milano vengono arruolati una trentina di maestri. Sono indicati dalla Diocesi. Non c’è una graduatoria dalla quale scegliere: trenta nomi per trenta posti (divisi su più scuole).

Come i suoi colleghi, G.P, oltre ad avere i “titoli“ adeguati (laurea triennale e magistrale in Scienze religiose) e "la testimonianza di vita cristiana certificata dal proprio parroco di residenza o di domicilio", nella primavera del 2019 supera la prova, composta di tre parti: si comincia da un colloquio individuale, seguito da uno scritto sui temi della religione cattolica. Ultimo step: una consulenza psicologica per escludere qualsiasi problema, vista la delicatezza dell’utenza con la quale avrà a che fare. Il certificato viene presentato però dallo stesso candidato. Così G.P, dopo aver ottenuto l’idoneità e aver già insegnato pure in un istituto comprensivo di Cantù (elementari e medie), arriva nelle scuole materne prima della pandemia, nel settembre del 2020.

Dopo lo stop e la chiusura per il lockdown, viene richiamato nel settembre del 2021: all’epoca, c’è l’obbligo della mascherina, ma il maestro la toglie spesso per baciare e accarezzare i piccoli alunni. O almeno è questo l’alert che genera un procedimento disciplinare per comportamenti ritenuti troppo confidenziali con i bambini, concluso con la sanzione di quattro ore di retribuzione decurtate dalla busta paga. Prime pagine di un "fascicolo" che si chiuderà senza denunce formali o ulteriori accertamenti (e che potrebbero partire a ritroso), mentre G.P. continua a insegnare in altre scuole.

Nel 2022, il suo nome riappare così negli elenchi: non essendo indagato e non essendoci procedimenti aperti, de facto, non poteva essere depennato, si limitano a dire fonti interne alla Curia, precisando che il trasferimento da quella prima scuola non fu deciso dalla Diocesi (e neppure dal Provveditorato, essendo la scuola del Comune). E così ricomincia a insegnare in sei scuole, tra cui la materna della periferia nord. Seconda metà di marzo: un’educatrice dell’istituto intercetta atteggiamenti sospetti da parte del maestro di religione e ne parla con una delle bambine, che le confida che G.P. le fa le "coccole".

A quel punto, scatta l’alert in Procura, con l’intervento della dirigenza dell’area Servizi Scolastici ed educativi di Palazzo Marino: i vigili del nucleo pecializzato Tutela donne e minori, coordinati dall’aggiunto Letizia Mannella e dal pm Rosaria Stagnaro, piazzano in classe microcamere e microfoni e attendono il giorno della lezione per monitorarla minuto per minuto e verificare la fondatezza della segnalazione.

Ne bastano meno di cinque per decidere di intervenire immediatamente, dopo aver assistito a una sequenza "inequivocabile": i ghisa entrano in aula e con una scusa fanno uscire il trentaquattrenne per arrestarlo. Ora le indagini si concentreranno proprio sul suo passato, soprattutto per approfondire quel "precedente" del 2021 e per accertare se anche in altri istituti milanesi siano stati notati atteggiamenti "sospetti" nei confronti di minorenni. Del resto, le modalità d’azione del presunto pedofilo, immortalate dai filmati, fanno pensare a un predatore seriale.

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