
Rilievi polizia scientifica stazione Milano Villapizzone
Milano, 11 gennaio 2017 -Sono state ridotte le pene ai tre giovani di origine salvadoregna, appartenenti alla gang MS13, imputati nel processo d'appello a Milano per il tentato omicidio, l'11 giugno 2015 a colpi di machete, del capotreno Carlo Di Napoli alla stazione di Villapizzone, a Milano. I giudici della terza sezione penale della Corte d'Appello (presidente Fabio Tucci) hanno escluso l'aggravante dei futili motivi per tre giovani accusati che sono stati condannati, rispettivamente, a 12 anni, a 14 anni e a 10 anni di reclusione.
Nel processo di primo grado, celebrato con rito abbreviato l'8 febbraio scorso davanti al gup di Milano Alfonsa Ferraro, i tre erano stati condannati rispettivamente a 14 anni, a 16 anni e a 11 anni e 4 mesi. Confermata l'assoluzione, invece, per gli altri tre giovani imputati nel processo. I giudici hanno disposto anche una provvisionale di 20 mila euro nei confronti della società Trenord, parte civile.
"Ce lo aspettavamo, non è una botta diretta in faccia, ma un colpo che riusciamo a incassare" ha commentato Carlo Di Napoli, che rischiò di perdere un braccio in seguito al'aggressione, dopo la lettura della sentenza della Corte d'Appello. L'aggressione, avvenuta l'11 giugno 2015, sarebbe scattata a seguito di una discussione tra i sei ragazzi e due controllori (oltre a Di Napoli, parte civile e difeso dal legale Luca Ponzoni, è stato coinvolto il ferroviere Riccardo Magagnin), che li avevano sorpresi a viaggiare senza biglietto sul treno.
Nella sua requisitoria la scorsa udienza il sostituto pg Lucilla Tontodonati aveva invece sostenuto che l'attacco era nato "con un pretesto servito solo a scatenare un'aggressione in grande stile e in cui i giovani hanno sfogato i loro istinti più brutali". Poco prima della camera di consiglio che ha preceduto la lettura del dispositivo, due dei giovani, presenti in aula, si sono detti "dispiaciuti" per l'aggressione al capotreno e hanno detto di avere "compreso la sua sofferenza e quella della sua famiglia".