Cantiere M4: "Via Foppa è un deserto, ora basta: ecco le richieste ignorate dalla Giunta"

Un altro negozio chiude. La protesta dei commercianti

I cantieri per la realizzazione della M4

I cantieri per la realizzazione della M4

Milano, 12 aprile 2017 - A fine aprile un altro negozio abbasserà definitivamente la clèr in via Foppa. Stavolta si tratta del piccolo showroom «Filosofie d’interni», di Christian De Luca. Sulla vetrina campeggiano più manifesti. Una sola scritta: «Svendita straordinaria». Dopo 13 anni di attività. A fianco c’è una clèr abbassatasi già mesi fa: quella della gelateria «Naninà». Quell’angolo di via Foppa, intorno al civico 52, inizia a sembrare un cimitero, il cimitero del piccolo commercio. Impressione che rischia di diventare sempre più reale ora che i cantieri per la Metropolitana 4, qui in via Foppa come altrove, stanno passando alla «fase due», quella nella quale si fanno più invasivi. Per questo i commercianti della via tornano a chiedere, in primis al Comune, di essere ascoltati. E hanno richieste precise.

«Il 6 marzo – spiega Stefano Gorla, uno dei titolari di “Casabella”, negozio di casalinghi – l’assessore comunale Marco Granelli ci ha incontrato nel corso di un sopralluogo sui cantieri. In quella occasione gli abbiamo ribadito alcune richieste già avanzate da luglio dell’anno scorso. Per aiutare le attività della via a sopravvivere ai cantieri chiediamo l’installazione di cartelli in viale Papiniano, via Solari, via Washington, viale Misurata e via Costanza. Cartelli che informino su come raggiungere via Foppa, che siano chiari, che indirizzino alla nostra via e raccontino che i nostri negozi sono ancora aperti». Oggi c’è poco e niente sulle cesate del cantiere in piazza Bolivar: «Non si leggono, quei manifesti non si leggono: sono scritti con caratteri minuscoli» scandisce Grazia Achille, madre di Gorla. «Abbiamo poi chiesto una navetta bus che colleghi via Foppa alle fermate dei mezzi pubblici facendola uscire dall’isolamento in cui è caduta per i cantieri» prosegue Gorla. Oggi lungo la via non c’è passaggio di mezzi Atm, fermate soppresse. Né c’è passaggio di auto o spazio per la sosta. «E pure l’attraversamento pedonale è pesantemente diminuito» assicura Ornella Fanchini, titolare dell’erboristeria “La Rugiada”. «Siamo qui da 40 anni, mai visto un deserto simile» conferma Achille. L’altra richiesta è sfruttare una delle poche vie della zona rimaste aperte: via Stendhal. «Abbiamo proposto a Granelli di renderla a doppio senso di marcia com’era qualche anno fa, prima della realizzazione della ciclabile. L’assessore – ricorda Gorla – ci ha detto che il Comune ha già un progetto che va in questa direzione. Ma anche stavolta non è successo nulla. Il doppio senso di marcia aumenterebbe il passaggio di auto e mezzi pubblici». «Non siamo per nulla ascoltati: che ci vuole a mettere cartelli grandi e chiari? Quanto tempo occorre?» si chiede Luca Ferlino, uno dei titolari del «Petit Bar». Per Fanchini servono anche «altri bandi, in modo che i contributi economici non siano una tantum». I commercianti sognano, infine, «una zona franca costitutita dai negozi penalizzati dai lavori per la M4 in cui il cliente sia esentato dall’Iva». Dal Comune per ora rispondono che «i cartelli di indirizzamento ai negozi saranno realizzati a breve da Confcommercio».

 

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