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Luigi e “gli altri”: prigionieri italiani di guerra La loro lotta per la libertà raccontata dai figli

Luigi e “gli altri”: prigionieri italiani di guerra La loro lotta per la libertà raccontata dai figli

Passano da Vimodrone le "storie personali spesso trascurate che sono però parte fondante della Costituzione". Una di queste è quella dei prigionieri di guerra, gli Imi, gli internati militari italiani, in America. In sala consiliare due figli, l’ex sindaco Antonio Brescianini e Augusta Principi, hanno raccontato la vicenda dei loro padri, "restituendo alla memoria collettiva episodi poco conosciuti legati alla guerra e alla Liberazione". Un momento emozionante organizzato da Anpi. La memoria torna alla distruzione dell’armata regia a El Alamein, 51mila soldati vennero portati in nave oltreoceano "e poi smistati in campi di lavoro". Prima sotto gli inglesi, poi sotto le divise a stelle e strisce. "A mio padre - racconta Brescianini - come a migliaia di altre persone chiesero la firma di un accordo di collaborazione. Solo in 5mila rimasero fedeli al fascismo e vennero trasferiti in altri campi". A Letterkenny Luigi e gli altri si trovarono bene. Iniziarono a lavorare. Gomito a gomito con i civili, visitati spesso dalla comunità italo-americana del luogo e dal delegato apostolico Amleto Giovanni Cicognani, che poi diventò vescovo e addirittura segretario di Stato: fu lui a inaugurare la chiesetta "nata per far germogliare la speranza". Bar.Cal.