
Madonna di Lourdes
Milano, 16 maggio 2016 - È andata a Lourdes perché voleva ringraziare per il miracolo della vita, torna con un dono a cui non riesce ancora a dare un nome. La sua «piccolina», sorda dalla nascita, improvvisamente si è tolta le protesi e gliele ha messe in mano: «Mamma, tienile tu, non mi servono più». Era la prima volta che mamma e figlia, insieme alla nonna e al fratellino, prendevano parte a un pellegrinaggio. Partivano dalla Liguria, ma avevano chiesto di aggregarsi alla sezione lombarda dell’Unitalsi perché era il primo gruppo in partenza al cospetto della Madonnina. «Ricordo la chiamata della donna – racconta Giuseppe Secondi, presidente della sezione di Milano Sud-Ovest e direttore del pellegrinaggio –, è il cerchio che si chiude: eravamo appena stati al santuario della Madonna della Cornabusa, protettrice dei sordi, e sul pullman avevamo distribuito la sua immaginetta. Quella bambina vivace mi ricordava molto mia nipote, quando ne parlo mi commuovo». La piccola era nata di 26 settimane, uno scricciolo di 800 grammi: per salvarla è stata sottoposta a terapie che ne hanno compromesso l’udito. Oggi ha 6 anni, due fratellini e una mamma coraggiosa, con una fede grande, ma con i piedi per terra. «A dare un nome a queste cose ci penseranno altri, io so solo che è una cosa bella – ripete –. Io credo, ho fede: altrimenti non sarei venuta. Ma voglio le prove della scienza, perché non si scherza su queste cose». Fatto sta che alle 20,30 di mercoledì la sua bimba ha tolto gli apparecchi acustici. «Ero stata con lei a giocare fino a poco tempo prima, le ho passato le mani fra i capelli e ho sentito quelle protesi enormi – ricorda Secondi, gli occhi ancora lucidi –. Le ho detto che dovevo andar via ma che dopo avremmo mangiato qualche dolcetto con la mamma. A pensarci bene, mi ha risposto parlando benissimo. Alle 21,15 durante la cerimonia, mi hanno chiamato d’urgenza in segreteria: la piccola ci sente». L’indomani è stata accompagnata al Bureau des Constatations Médicales di Lourdes. Quando il dottore le ha chiesto come si chiamasse, silenzio assoluto. «Era imbarazzata davanti a quell’omone da un metro e 90 – spiega il direttore del pellegrinaggio – allora le ho detto: ‘Dopo andiamo a prenderci un gelato’. E lei ha risposto: ‘Sì, ma per me limone e cioccolato’». Hanno scherzato sulla combinazione di gusti e sul fratellino «discolo» davanti al medico, senza parole. Prima di rimettere piede a casa e riabbracciare anche il papà, la piccola è tornata davanti alla statua: «Ciao Madonnina, io ti ringrazio». E mentre a Lourdes parte la verifica sulla presunta guarigione, anche a Genova sono ripresi i controlli audiometrici. Ne aveva già in programma uno per cambiare le protesi. «Oggi (ieri, ndr) mi ha chiamato la mamma – continua Secondi – adesso le ha dovute rimettere, le protesi, ma a un volume bassissimo. Anche il medico ha detto che è successo qualcosa di straordinario». «Ci saranno esami approfonditi, le commissioni studieranno la situazione precedente e i progressi – spiega monsignor Giovanni Frigerio, assistente regionale dell’Unitalsi, presente a Lourdes – ci vorranno anni per valutare se si tratti di miracolo, guarigione o altro. Certo quel che è successo qui appare inspiegabile dal punto di vista umano, e questi fatti ci danno speranza. Qui arrivano tantissimi col cuore appesantito che tornano cambiati, ritrovano il modo di dare senso e valore alla vita».