MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Lotta allo spreco: "Bella dentro? Va gustata"

Oltre 1,4 milioni di frutta e verdura scartata ogni anno per motivi estetici. La ricetta di via Pergolesi col recupero al quadrato

 

Milano, 7 febbraio 2021 - Una macchia, i segni della grandine, forme particolari: questo e altro porta frutta e verdura a essere scartate. Ma perché, se una mela o una melanzana, è "Bella dentro" e di conseguenza buonissima da mangiare? Sono partiti da questa domanda Camilla Archi e Luca Bolognesi, di 32 anni, coppia milanese, quando quattro anni fa hanno deciso di licenziarsi dai rispettivi lavori e di creare la loro start up antispreco, salvando direttamente dagli agricoltori quei "pezzi" destinati all’immondizia solo perché "bruttini". Oggi Bella dentro ha un negozio in via Pergolesi 21, tra la zona della stazione Centrale e corso Buenos Aires, e ha recuperato più di 60mila chili di cibo.

"Siamo stati i primi in Italia – racconta Camilla –. All’inizio ci sembrava una pazzia ma entrambi ci abbiamo creduto, impiegando tutte le nostre forze e ‘sporcandoci le mani’ sul campo, prima di mettere in moto il nostro sistema antispreco. Io lavoravo per una casa editrice americana, nel settore del design e della moda, Luca per una multinazionale nel campo di marketing e finanza. Ci siamo licenziati entrambi nel 2017 e siamo partiti per l’Italia con un’apecar, per prendere questi ‘scherzi della natura’ direttamente dai contadini e capire se qualcuno fosse stato disposto ad acquistarli. Ed è andata bene".

I criteri estetici, spiegano i fondatori, costringono gli agricoltori a lasciare nei campi circa il 4% della produzione ortofrutticola: a fronte di 8,7 milioni di tonnellate di prodotti, solo nel 2018, l’ammontare complessivo degli "scarti" corrispondeva a 1,4 milioni di tonnellate di alimenti, rifiutati a causa di criteri puramente estetici, imposti dalla grande distribuzione e completamente indipendenti dalla qualità effettiva del raccolto in termini di gusto e proprietà nutritive. La start up vuole invertire la rotta, grazie al sostegno di Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore, nell’ambito del programma Cariplo social innovation (di Fondazione Cariplo), che ha investito 300mila euro in equity per sostenere l’impatto sociale e culturale dell’iniziativa. Dallo scorso ottobre, in via Pergolesi è attivo il negozio che consente di vendere non solo le materie prime recuperate ma anche quelle "trasformate" in confetture, succhi di frutta, verdura essiccata e altro. "Per questo abbiamo attivato anche un laboratorio a Codogno, gestito dalla Cooperativa sociale L’officina, che impiega persone affette da autismo e ritardi cognitivi. Acquistiamo il doppio dei prodotti rispetto a prima". E quello che resta invenduto? "Viene donato ad associazioni della zona, per destinarlo a chi è in difficoltà". Un recupero al quadrato.