
Al via i tamponi antigenici nelle farmacie
Anche in Lombardia chi non ha sintomi Covid-simili potrà presto fare il tampone rapido (passato dal servizio sanitario nazionale, se ne ha diritto, oppure a pagamento) in farmacia. Non da oggi, perché servirà un’altra delibera regionale per definire le modalità del servizio e armonizzarle con le ultime direttive del ministero in materia di test dell’antigene (una circolare dell’8 gennaio raccomanda la conferma con tampone molecolare o rapido di terza generazione anche a chi risulta negativo in contesti ad alta diffusione del virus), ma ieri intanto la Giunta di Palazzo Lombardia ha approvato l’accordo raggiunto nei giorni scorsi con Federfarma (nella foto la presidente Annarosa Racca), AssofarmConservizi e la federazione regionale degli Ordini dei farmacisti.
Un’intesa valida fino a fine 2021 e resa possibile dall’ultima Finanziaria che ha aperto all’esecuzione di test sierologici e dell’antigene del Sars-CoV-2 nelle farmacie, purché dotate "di spazi idonei sotto il profilo igienico-sanitario" e della "tutela della riservatezza". E che sarà "un importante contributo al contrasto della pandemia" secondo la vicepresidente e assessore al Welfare Letizia Moratti: "L’obiettivo è aumentare la capacità di screening della popolazione asintomatica, ampliando la fruibilità e l’accessibilità al test antigenico", sia a carico del servizio sanitario nazionale che "in ambito extra-Ssr", cikoè a pagamento.
Sul fronte dei tamponi rapidi “mutuabili“, la Regione conta sulla rete capillare delle farmacie in particolare per potenziare i test agli asintomatici necessari al tracciamento dei contagi in ambito scolastico (compagni di classe di un positivo o personale che è stato con lui in “contatto stretto“) . L’accordo prevede che i tamponi rapidi a carico del servizio sanitario regionale siano forniti alle farmacie dalle Ats, che pagheranno al farmacista per ciascun test eseguito 12 euro Iva esclusa a copertura degli altri materiali utilizzati e delle protezioni, oltre che del servizio; i fondi saranno attinti dalla macroarea delle attività istituzionali delle Ats e delle Asst, che ha a disposizione fino a un miliardo 197,5 milioni di euro per il 2021, di cui fino a 116,7 milioni da destinare ad attività per la prevenzione tra piano nazionale vaccini, screening oncologici e tamponi Covid, appunto.
L’accordo con i farmacisti prevede che i test dell’antigene vengano effettuati solo su appuntamento (che dev’essere annullato qualora insorgano sintomi, anche solo la perdita dell’olfatto), prenotabile anche tramite "un sito o una app della Regione" se il tampone è a carico del servizio pubblico. Gli appuntamenti devono essere fissati a intervalli congrui anche per sanificare i locali, nei quali potrà entrare una persona alla volta se sono sotto i 40 metri quadrati (un accompagnatore sarà comunque consentito solo ai minori e a chi ha bisogno d’assistenza), e che dovrebbero preferibilmente esser separati dal resto della farmacia, ma "in alternativa" sarà possibile fare i test quando questa è chiusa o ricorrere ad "altre modalità" purché garantiscano "la riservatezza e la sicurezza necessarie". Il farmacista caricherà gli esiti del test e i dati di chi lo fa (numero di telefono ed e-mail) nel sistema di sorveglianza, e gli fornirà le indicazioni su come comportarsi. Giulia Bonezzi