ANNA GIORGI
Cronaca

L’Olanda: carceri italiane inumane. E non consegna un ricercato per 3 morti

Washi Laroo, 26enne, accusato di aver appiccato un incendio in cui persero la vita tre giovani di 17, 18 e 24 anni. Il tribunale del Paese nordeuropeo rifiuta il trasferimento per "inadeguatezza" delle nostre strutture.

Washi Laroo, 26enne, accusato di aver appiccato un incendio in cui persero la vita tre giovani di 17, 18 e 24 anni. Il tribunale del Paese nordeuropeo rifiuta il trasferimento per "inadeguatezza" delle nostre strutture.

Washi Laroo, 26enne, accusato di aver appiccato un incendio in cui persero la vita tre giovani di 17, 18 e 24 anni. Il tribunale del Paese nordeuropeo rifiuta il trasferimento per "inadeguatezza" delle nostre strutture.

Washi Laroo, 26 anni, olandese di origini nordafricane, è accusato dalla procura italiana di essere l’autore materiale di un incendio appiccato ad uno show-room, in via Cantoni, periferia ovest di Milano nel quale, il 12 settembre del 2024, morirono tre ragazzi di 17, 18 e 24 anni.

I giovani avevano dormito nel magazzino, quella notte, perché erano in città in vacanza. Con l’accusa di omicidio volontario plurimo, incendio e tentata estorsione erano finiti in carcere lo scorso dicembre i mandanti Yijie Yao di 34 anni, e Bing Zhou di 40, mentre Washi Laroo, il complice esecutore materiale del rogo, era stato bloccato in Olanda con un mandato d’arresto europeo.

Il pm Luigi Luzi, che coordinò le indagini, insieme al procuratore capo di Milano Marcello Viola, aveva chiesto, tramite il Ministero, che le autorità giudiziarie olandesi consegnassero temporaneamente all’Italia Laroo per sottoporlo, come prevede il codice, ad accertamenti irripetibili. E il tribunale olandese, fino ad oggi, ha sempre rigettato la richiesta non concedendo il trasferimento in Italia nemmeno temporaneo. La motivazione alla base del rifiuto è che le carceri italiane risulterebbero "inumane per sovraffollamento, numero di suicidi e inadeguatezza delle strutture".

Tale motivazione posta da Amsterdam riporta al 2013, anno in cui la Corte europea dei Diritti dell’Uomo, con la sentenza Torregiani, condannò l’Italia per i trattamenti inumani e degradanti dei detenuti.

Stando a quanto sostiene la Procura le trattative tra Italia e Paesi Bassi, dove Laroo si trova ora, sarebbero ancora in corso. Il trasferimento temporaneo del detenuto potrebbe avvenire solo se il ministero di Giustizia italiano assicurasse di portare il 26enne accusato di omicidio plurimo in un istituto penitenziario in cui le condizioni di restrizione non siano quelle allarmanti descritte negli ultimi rapporti dell’associazione "Antigone".

L’olandese 26enne, infatti, già ricercato nei Paesi Bassi per altri reati, tra cui rapine, furti, possesso di armi da fuoco, tentato rapimento e traffico di sostanze stupefacenti, espierà comunque la pena definitiva nell’istituto in cui si trova. Nel frattempo la Procura di Milano avrebbe intenzione di chiedere il giudizio immediato per lui e per i mandanti e ideatori dell’incendio: Yijie Yao, di 34 anni, e Bing Zhou, di 40.

Il movente del delitto, stando alle indagini, era un debito di 50mila euro che il proprietario del magazzino, nel quale i tre ragazzi dormivano provvisoriamente, aveva nei confronti dei mandanti.

Nell’ordinanza con cui la gip Manuela Castellabate aveva convalidato il fermo e disposto il carcere per i tre erano riportati i commenti sprezzati e crudeli di Laroo: "Ehi, ho visto il telegiornale... ma che roba, eh? Tutta questa gente a piangere... fuck... un problema loro, no?".