NICOLA PALMA
Cronaca

Locali in corso Garibaldi. Per i residenti pochi controlli. Ma i giudici: non decidete voi

Orari ridotti per dehors e asporto, il Consiglio di Stato boccia l’ennesimo ricorso. Via libera all’ordinanza del 2021. E la Questura (ri)chiude uno dei bar nel mirino.

Locali in corso Garibaldi. Per i residenti pochi controlli. Ma i giudici: non decidete voi

Locali in corso Garibaldi. Per i residenti pochi controlli. Ma i giudici: non decidete voi

Il Consiglio di Stato chiude il caso movida in corso Garibaldi. Con buona pace dei residenti del condominio al civico 104, che hanno fatto da pionieri nella battaglia contro i decibel. I giudici hanno respinto l’ennesimo ricorso dei cittadini, che lamentano gli scarsi controlli per far rispettare l’ordinanza sullo stop anticipato a dehor e asporto. A questo punto, serve un passo indietro per ricostruire una vicenda legale molto intricata. La storia vive un primo importante snodo a fine 2019, quando il Tar battecca il Comune per l’inerzia sull’adozione di "ordinanze contingibili e urgenti" per mettere il silenziatore alla movida, nonostante le rilevazioni dell’Arpa certifichino sforamenti record provocati "dal contributo antropico dei passanti e degli avventori dei diversi plateatici dei locali pubblici". A quel punto, l’amministrazione avvia un percorso di dialogo con gli esercenti per trovare una soluzione. Poi arriva il Covid, e il coprifuoco e le restrizioni cancellano momentaneamente il problema. Che si ripresenta puntuale nell’estate 2020: i test confermano che non è cambiato nulla. Così a novembre il Comune, ancora incalzato dai giudici, fissa alcuni paletti: niente alcol e tavolini all’esterno da mezzanotte alle 6, solo nei weekend. Troppo poco per i residenti, che ottengono un altro verdetto favorevole nel maggio 2021 e spingono Sala a un’ulteriore stretta: lo stop viene anticipato alle 22 per l’asporto ed esteso all’intera settimana.

Ai cittadini non basta, ma il Tar, nel 2022, dà il via libera al provvedimento. Finita? No, perché i ricorrenti vanno avanti, chiedendo all’amministrazione che faccia rispettare le regole. A quel punto, i giudici incaricano la Guardia di Finanza di fare una verifica. Risultato? "Le violazioni riguardano una parte consistente delle imprese controllate". In ogni caso, il Tribunale amministrativo respinge il ricorso. Così come ha fatto due giorni fa il Consiglio di Stato, che in primo luogo ha spiegato che il Comune ha fatto il suo con l’ordinanza del 2021, ancora in vigore. Per quanto riguarda il presunto "mancato o insufficiente esercizio della potestà sanzionatoria", i giudici hanno sottolineato che "il condominio ha solo un potere di denuncia, al quale non corrisponde una posizione differenziata e qualificata rispetto agli altri cittadini". Come dire: non spetta a voi decidere. Detto questo, gli sforamenti non passano inosservati, se è vero che non più tardi di mercoledì la Questura ha disposto la sospensione per 5 giorni della licenza del bar Amico Firtz, uno di quelli nel mirino dei residenti. Il motivo? "A seguito di diversi controlli svolti da personale della polizia locale lo scorso aprile, il locale è stato sanzionato più volte in quanto inottemperante all’ordinanza sindacale concernente la tutela della tranquillità e del riposo dei residenti, nell’area di corso Garibaldi e largo La Foppa tra cui rientra il locale". E non è la prima volta: un altro stop era arrivato per la stessa ragione a dicembre.