Un talento assoluto e una capacità unica di far dialogare ogni forma d’arte con la musica. Laura Faoro, flautista di fama internazionale, dedica il festival Spirito del Tempo, da lei ideato, a “Back to New York: Downtown Music Sketches“; un viaggio nelle radici della performance odierna con uno sguardo sulla Downtown Music di New York degli anni SessantaSettanta tra musica, arte contemporanea, danza: da John Cage a Morton Feldman, da Julius Eastman a David Byrne, da Laurie Anderson a Yoko Ono. Primo appuntamento stasera al Base, via Bergognone 34, alle 20.45, con la prima esecuzione milanese di Julius Eastman “Femenine“, interpreti Giovanni Mancuso e l’Ensemble del Centro d’Arte di Padova. Vincitrice del Premio Stockhausen Faoro spiega la sua scelta "Mi ritrovo in questa definizione “La performance è arte viva“; performer, pubblico, spazio questa è la nostra idea di festival".
Torniamo o ripartiamo da New York?
"Tutte e due, sono quattro appuntamenti, un invito ad andare oltre oceano e incontrare quel momento culturale anni SessantaSettanta che ha generato la performance; i linguaggi, le vite degli artisti che si sono influenzati ispirandosi a vicenda, allargando i limiti dell’atto performativo e mettendo nuove basi per la “performance“ come la concepiamo oggi".
Avete abbandonato le sale da concerto.
"Sì, il pubblico deve essere libero di ascoltare, muoversi. A Base, nell’ex complesso Ansaldo, portiamo una composizione di Jules Eastman, unico nero omosessuale, queer ante litteram, nel cosmo del minimalismo dominato da intellettuali bianchi; domani e il 7 ottobre saremo ad ADI (Design Museum) nell’ex centrale elettrica; nell’omaggio a John Cage con Franco Venturini al pianoforte, ci sarà Giacomo De Luca che si definisce “danzautore“, lo spazio è fondamentale il ballerino interagisce con il pubblico, per questo faremo due turni, alle 15.30 e alle 18.30. Gran finale l’8 alla Santeria Toscana 31, con un’antologia di donne compositrici newyorchesi, per questo abbiamo cercato luoghi inusuali per la musica aperti a ogni spettatore, non solo agli appassionati".
In quest’avanguardia americana così maschile come si muovevano le donne?
"Volevo dedicare un appuntamento su queste figure incredibili, fra cui Laurie Anderson, Yoko Ono, Nico, Meredith Monk per questo ho coinvolto Debora Petrina, pianista formidabile, cantautrice, compositrice e performer, un’autentica artista eclettica. Ho scelto lei per ricordare che la composizione femminile è viva più che mai, Debora interpreta le musiche di queste donne per dirci che sono attuali, non sono finite con loro".
Spazia dal barocco alla musica contemporanea, da Mozart a Cage. Come dialogare con periodi musicali così distanti?
"Sono alla ricerca del bello, mi entusiasma scoprire connessioni; c’è sempre una connessione nell’estetica, nel contenuto non è mai solo un concerto".