Liste shakerate per la grande corsa al Pirellone

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Rispetto alle precedenti, queste elezioni Regionali fanno già storia a sé. E per un aspetto: le liste elettorali dei candidati alla presidenza. In diversi casi, infatti, sembrano essere state composte con lo shaker, quello in uso nei cocktail bar. Perché? Perché fino a qualche mese fa sarebbe stato difficile immaginare alcuni cambi di campo ora immortalati negli elenchi depositati alla Corte d’Appello.

Un effetto, le liste shaker, che trova una prima spiegazione nell’evento clou di queste Regionali: la scelta di Letizia Moratti di candidarsi alla presidenza della Regione anche senza il supporto del centrodestra, che ha confermato il governatore uscente Attilio Fontana, e senza quello del Pd, che ha scelto di correre con uno dei suoi: Pierfrancesco Majorino. Chiusa a destra e a manca, alla Moratti non è rimasto che percorrere la strada (e la narrazione) del progetto politico che sfugge alla tradizionale geografia della politica. In sintesi: contano i contenuti e le idee, non le provenienze. Da qui la capacità e la possibilità di attrarre nella sua coalizione persone dalla storia politica diversissima, non solo diversa.

Ma anche messa giù così alcune traiettorie politiche continuano ad essere quantomeno curiose. Si prenda il caso di Elisabetta Strada: alle Comunali del 2011 ha sostenuto Giuliano Pisapia e la rivoluzione arancione a Milano. Fino a due mesi fa era tra quanti speravano che Pisapia scendesse in campo per provare a replicare l’impresa su scala più vasta: in Lombardia. Oggi la Strada sostiene la stessa Moratti contro la quale aveva fatto campagna elettorale nel 2011. Quindi Gian Marco Senna: l’altroieri salviniano, ieri salviniano critico e paladino dell’identità nordista della Lega, oggi candidato a sostegno della Moratti nella lista di Italia Viva, il partito di Matteo Renzi, che non ha mai voluto alcun rapporto di parentela con la causa dell’autonomia regionale. Infine Monica Forte: ex pentastellata, paladina dell’Antimafia in Regione, ora corre dalla parte di chi, da sindaco, nel 2009, negò l’esistenza della mafia a Milano e bloccò la relativa commissione comunale. Il riferimento è sempre alla Moratti.

A proposito di shaker, a guidare la lista di Majorino sarà Fabrizio Pregliasco, il virologo che, da membro del Comitato Tecnico Scientifico lombardo, ha dato gli indirizzi alla Giunta Fontana durante la pandemia e, coerentemente all’incarico, ha sempre sostenuto che la Regione ha fatto tutto il possibile in quei mesi, che il Covid, ora, non deve essere tema di campagna elettorale. Posizioni molto diverse da quelle di Majorino e del Pd. E non è casuale una certa insofferenza nei suoi confronti da parte del M5S, che sostiene Majorino senza, però, darlo troppo a vedere. Francamente curiosa la motivazione con la quale è stata presentata la candidatura, sempre nella civica di Majorino, di Lucy Menendez: un’insegnante di danze peruviane che può facilitare l’inclusione dei milanesi di seconda generazione, con buona pace di persone formate per fare inclusione. Infine i candidati pro-Fontana. Tra loro c’è Luca Degani, fino 48 ore fa presidente lombardo di Uneba, l’associazione che rappresenta le Rsa. Qui sembra porsi un tema di opportunità politica: fino all’altro ieri Degani ha negoziato con Fontana e la sua Giunta ogni aspetto relativo alle Rsa, a partire dai fondi. Un tema di opportunità amplificato da quello che è accaduto intorno alle Rsa nei due anni di Covid. Infine non resta che sorridere delle modalità con le quali deve essere stato deciso l’ingresso di alcuni esponenti dei “Popolari Liberali“ in “Lombardia Ideale“, la civica di Fontana promossa dal consigliere regionale Giacomo Cosentino. Chi è Cosentino? È la stessa domanda che ha rivolto a mezza bocca ai presenti Carlo Giovanardi, leader dei Popolari Liberali, appena entrato nella sala in cui si sarebbe tenuta la conferenza stampa per ufficializzare l’alleanza.

Giambattista Anastasio

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