
“L’ispettore generale“ al Carcano. Rocco Papaleo porta in scena Gogol
"Vi ho riuniti, signori, per comunicarvi una notizia estremamente spiacevole. Sta per arrivare un ispettore. (…) Un ispettore di Pietroburgo. In incognito. E per di più in missione segreta". Notizia pessima. Figurarsi in un paesino dimenticato da Dio, nella Russia zarista e iperburocratizzata di metà Ottocento. Pericolo incombente.
E così, dopo le parole del sindaco, tutti si mettono al lavoro per accogliere con la giusta dose di adulazione "L’ispettore generale", da oggi al 3 dicembre al Teatro Carcano. Progetto solido.
Affidato in regia a Leo Muscato e con la presenza sul palco di Rocco Papaleo, che certo crea una certa curiosità al botteghino. Il resto lo fa ovviamente la commedia di Gogol, al solito caratterizzata da una satira acidissima e da evidenti ramificazioni politiche. Tanto che dopo il debutto, lo scrittore sentì la necessità di spiegare e rispiegare in una manciata di articoli i dettagli dell’opera e il suo significato. Che ridere di certe cose all’epoca non era proprio facilissimo. Il testo in sé è un gioiellino. E di base si tratta di una commedia degli equivoci. Visto che in seguito all’annuncio, il primo che scende in stazione viene preso per il revisore statale. Ovvero Chlestakov, ragazzo di una ventina d’anni che sta passando per caso dalla cittadina. Gli abitanti del luogo iniziano a ingraziarselo in tutti i modi e lui si guarda bene dal chiarire il malinteso. Finale a sorpresa. In cui sembra ricominciare un po’ tutto da capo. In un loop ambiguo dove non c’è una sola figura che pare salvarsi dalla deriva morale. A partire ovviamente dal Podestà interpretato da Papaleo, notabile del paese.
Destinato a vivere il giorno più ansiogeno della sua vita.
Ed è proprio questa mancanza di distinzione fra bene e male, questa immoralità trasversale che nel 1836 fece gridare allo scandalo. Mentre emerge tutta la forza con cui Gogol nella commedia denunciava le nostre miserie umane. Ma anche (e soprattutto) la censura intellettuale zarista. Cast corale. Fra gli altri: Daniele Marmi nel ruolo di Chlestakov, Giulio Baraldi, Marta Dalla Via, Letizia Bravi e Marco Gobetti.