Milano come Venezia: stop agli affitti turistici selvaggi, “sì ai limiti per Airbnb”

Forum dell’Abitare, Sala e Maran chiedono al Governo una legge per fissare nuove regole per i 15mila appartamenti con canone breve

L’assessore comunale alla Casa Piefrancesco Maran ieri al Forum dell’Abitare

L’assessore comunale alla Casa Piefrancesco Maran ieri al Forum dell’Abitare

Milano – Stop agli affitti turistici “selvaggi’’. Il Comune punta a dare una stretta ai portali tipo Airbnb che mettono in contatto i proprietari di case e le persone che vogliono venire in città per qualche giorno. Nel corso della prima giornata del Forum dell’Abitare al Base di via Bergognone, l’assessore alla Casa Pierfrancesco Maran premette che "in città i prezzi degli affitti sono cresciuti di oltre il 40% in sette anni mentre i salari sono aumentati del 5%" e annuncia: "Pensiamo a una serie di iniziative realizzabili da qui a tre anni. La prima cosa che chiediamo al Governo è che, come Venezia, Milano possa prevedere regole ad hoc per gli affitti turistici, in modo da poter regolamentare un’offerta di 15 mila appartamenti in affitto, il doppio delle case ora pianificate in edilizia convenzionata".

L’obiettivo di Palazzo Marino è di ridurre il numero degli appartamenti destinati solo ai turisti. L’amministrazione vorrebbe consentire questo tipo di affitti brevi solo per la seconda casa di un privato e vietarla dalla terza casa in avanti, andando dunque a limitare le speculazioni di società immobiliari o privati con tanti alloggi di proprietà. "L’obiettivo finale – continua Maran – è che una parte di quei 15mila alloggi per ora destinati solo ai turisti, venga affittato a lavoratori e studenti che vivono a Milano". Una strategia condivisa dal sindaco Giuseppe Sala, che ieri è intervenuto al Forum: "Le case inserite nella formula dell’affitto breve sono tra il centro e la cerchia della 90-91. Si tratta di un tema molto sentito dai sindaci di varie metropoli in tutto il mondo, da Parigi a Barcellona. Venezia, non a caso, ha fatto una richiesta di regolamentazione al Governo. Noi non vogliamo metterci contro il piccolo proprietario immobiliare che ha un singolo appartamento da 50 metri quadrati da affittare, ma puntiamo a regolamentare il settore. In questo momento sono troppi gli appartamenti che vengono tolti alla disponibilità di chi a Milano vuol vivere e non solo venire qui per i cinque giorni del Salone del Mobile". 

Il Forum dell’Abitare, che proseguirà oggi e domani sempre a Base, è l’occasione per il Comune per annunciare un progetto di mandato: la creazione della “Società Casa’’, che punta a incrementare il numero di case popolari comunali da 22 mila a 25 mila entro il 2030 e di prevedere 10 mila alloggi a prezzi convenzionati utilizzando anche aree del Comune. Per far ciò, però, Palazzo Marino ha bisogno di partner economici. Ad esempio, la Cassa Depositi e Prestiti, ma non solo. La nuova società, dunque, punta a essere un mix tra patrimonio pubblico e investimenti privati. "È un piano simile a quello realizzato da Parigi – spiega Maran –. Un piano che pensiamo si possa adattare bene alla realtà milanese".

Sala, intanto, dal palco di Base lancia una "appello alle istituzioni finanziarie. Sì, perché noi abbiamo il patrimonio ma non abbiamo risorse finanziarie sufficienti per ristrutturare e ampliare il patrimonio abitativo. È una rivoluzione che non riusciremo a fare in poche settimane".

La nuova Società Casa potrebbe contribuire a far ripartire il dialogo tra il Comune, che tramite Mm gestisce 28 mila case popolari, e la Regione, che tramite Aler ne ha altre 35 mila. "Con il nuovo assessore regionale alla Cassa (Paolo Franco, ndr ) ci siamo sentiti e mi pare ci sia la voglia reciproca di un dialogo e di un confronto – racconta Maran –. La novità della nostra strategia è che noi non partiamo dal tema chi gestisce il patrimonio ma da altro. I due grandi patrimoni di case popolari di Comune e Regione costano di più di quanto i due enti locali possono stanziare per le ristrutturazioni. Bisogna partire da questo dato di fatto. Se la Regione vuole partecipare alla nuova Società Casa, anche con la formula di progetti intermedi su alcuni quartieri, è la benvenuta". Sala conferma: "Sì al dialogo con la Regione".

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