Milano, la presa del Volta: decima occupazione

Blitz prima della campanella: prof e preside restano fuori. Poi il compromesso: "Concederemo alcuni spazi mentre lottiamo per cambiare"

La scuola milanese

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Milano - Si sono presentati una ventina di minuti prima della campanella e hanno sbarrato l’ingresso, lasciando fuori sia i docenti sia il preside Domenico Squillace. "Volta occupato": lo striscione che sventola sul liceo scientifico di via Benedetto Marcello. Non accadeva da 11 anni. Ed è la decima occupazione, dopo quelle al classico Manzoni, al Severi Correnti, al Carducci, al Vittorio Veneto, al Parini, al Bottoni, dopo le proteste in corso tra Boccioni e Cremona Zappa, e dopo il blitz lampo al classico Beccaria. Parallelamente è in autogestione pure il polo civico Manzoni. Resteranno lì giorno e notte fino a sabato, promettono dall’assemblea plenaria del Volta. Anche se dopo il dialogo aperto col dirigente si è concordato che oggi "concederanno alcuni spazi ai docenti", giusto il tempo di avviare i gruppi di lavoro autogestiti. Alla base rivendicazioni nazionali e rivendicazioni voltiane: tra le prime, l’alternanza scuola-lavoro da rivedere ma pure il sistema di valutazione. Tra le motivazioni più “locali“, classi-pollaio ed edilizia scolastica: hanno aperto un dossier via Instagram postando le foto-prova di una "scuola che cade a pezzi" o al freddo per le caldaie a singhiozzo.

"È un edificio degli anni Trenta, ovvio che andrebbe buttato giù e ricostruito, sulle classi-pollaio però ricordo che potremmo scendere con i numeri al biennio, ma saremmo meno accoglienti", sottolinea il preside Squillace. Che non si fermerà a scuola, come hanno fatto altri dirigenti scolastici. "Non andrò a rimboccare le coperte, ciascuno ha il suo ruolo e le sue responsabilità – dice il preside –. L’occupazione è un atto di forza, è mia responsabilità segnalarlo alla polizia, ma non sarò io a decidere se sgomberare o meno il liceo. Abbiamo raggiunto un accordo per entrare, le stesse rivendicazioni si sarebbero potute portare avanti come gli altri anni, con la cogestione, e ne stavamo già parlando".

A monte dell’occupazione - come accaduto per le altre scuole - un sondaggio interno. "Abbiamo chiesto quali fossero le problematiche più urgenti – spiegano dall’assemblea del Volta –, non abbiamo mai visto tanta partecipazione: hanno risposto in 900 persone su 1.200. Le prime 400 risposte sono arrivate in mezz’ora e hanno confermato le rivendicazioni, il 70% è convinto per esempio che l’alternanza scuola-lavoro debba prendere un’altra direzione. La stragrande maggioranza degli studenti era d’accordo con l’occupazione, ovviamente resterà il dialogo con la presidenza e, come concordato, domani (oggi per chi parla, ndr) i docenti potranno entrare anche se parallelamente organizzeremo i nostri gruppi di lavoro". Circa 80 studenti resteranno a dormire e hanno intenzione di darsi il turno. "Ci sarà uno scambio naturale e solidale mentre in giornata le assemblee entreranno nel vivo. È un momento formativo ma è soprattutto un atto politico, un’azione differente rispetto all’autogestione o alla cogestione, una lotta che riguarda tutte le scuole d’Italia", conferma il portavoce.

Giornata di proteste anche in università: alla Statale di via Festa del Perdono blitz di Studenti Indipendenti contro la sospensione per un anno del corso di laurea in Mediazione Linguistica e Culturale, andato in overbooking dopo l’eliminazione del test d’ingresso. Chiedono alternative, più spazi e docenti. "La soluzione non può essere escludere dal corso le persone del quinto anno delle superiori, sarebbe lesivo del diritto allo studio", sottolinea Sofia Berthod, studentessa del liceo linguistico Varalli.  

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