LAURA LANA
Cronaca

Liceo del “Made in Italy” al posto dell’Economico-sociale. L’Erasmo di Sesto dice no

Una mozione del Consiglio d’istituto esprime "sconcerto e viva preoccupazione" e chiede di mantenere l’indirizzo attuale nato nel 2010

L'ingresso del liceo Erasmo da Rotterdam

Sesto San Giovanni (Milano) – Una mozione per difendere il liceo economico-sociale (Les), rimpiazzato dal Governo con il nuovo liceo del "Made in Italy". L’ha votata il collegio docenti e il consiglio d’istituto dell’Erasmo da Rotterdam, esprimendo "sconcerto e viva preoccupazione" davanti alla proposta inserita nella bozza del disegno di legge "Disposizioni organiche per la valorizzazione, promozione e tutela del made in Italy" di sopprimere un percorso nato nel 2010. "Il liceo economico-sociale era stato presentato come ‘liceo della contemporaneità’, capace di coniugare discipline e buone pratiche di carattere socio-antropologico, fino ad allora quasi sconosciute nei curricula della scuola italiana – ricorda il consiglio dell’istituto di viale Italia –. Si caratterizza infatti come un percorso formativo capace di offrire ai ragazzi gli strumenti educativi e cognitivi utili a formare cittadini consapevoli dell’interdipendenza tra i fenomeni sociali, economici, ambientali e culturali della società contemporanea".

Quella del "Made in Italy" è una proposta di studi completamente diversa, "che modifica radicalmente l’impianto disciplinare del Les, facendone perdere la natura di percorso liceale a favore di una dimensione meramente tecnica". Con lo stesso disegno di legge si prevede, infatti, anche l’istituzione di una fondazione denominata "Imprese e competenze" con il compito di promuovere il raccordo tra aziende e scuole. "È la rappresentazione plastica di quanto l’obiettivo del Governo sia quello di subordinare la formazione culturale del futuro cittadino alle esigenze delle imprese e del mercato del lavoro per formare il futuro lavoratore e di quanto sia reale la minaccia all’autonomia del singolo istituto".

La mozione chiede, quindi, il mantenimento e la difesa dell’identità del Les, "perché valida ed efficace nei confronti delle domande sociali e culturali della contemporaneità, che potrebbero essere disattese dal nuovo indirizzo". C’è poi anche preoccupazione sulla tenuta complessiva dell’Erasmo, 700 studenti circa e 39 classi tra la sede di viale Italia e la succursale di via Livorno. "Siamo un istituto piccolo e qualsiasi oscillazione nelle iscrizioni potrebbe metterci in crisi – sottolinea il docente Giovanni Urro –. Sopprimere un indirizzo a favore di un altro, che presenta tutte queste criticità, potrebbe provocare un calo e non far partire classi intere".