SIMONA BALLATORE
Cronaca

Si torna a scuola, ma preoccupano spazi e trasporti

Attesa del 100% in presenza anche alle superiori, ma non mancano gli ostacoli

Riapertura delle scuole

Lo spiraglio del rientro al 100% di tutte le scuole – annunciato dal premier Mario Draghi anche per le zone gialle e arancioni – si scontra con alcuni ostacoli che dovranno essere affrontati da qui al 26 aprile. Non tutte le scuole superiori milanesi hanno spazi a sufficienza per garantire la presenza di tutti gli studenti con le dovute distanze e diversi presidi, pur avendo spazi, avevano optato già a settembre per il mantenimento di una quota di “Dad” per un tema logistico e di trasporti: succedeva soprattutto attorno ai maxi-poli che vedono concentrate più scuole nella stessa area, come a Cimiano (con Maxwell, Natta, Besta e Molinari) e ad Abbiate Grasso, col polo scolastico di via Ulisse Dini. A Milano - faceva i conti Città Metropolitana quando ancora non erano state stabilite percentuali e prima dei vari “stop and go” - avevano iniziato in presenza circa 50mila studenti al giorno mentre 13.500 seguivano le lezioni da remoto, alternandosi: Dad al 27%. Si attendono chiarimenti nel prossimo Dpcm e paroline-chiave: "Sarà al 100% o “fino“ al 100?", la domanda ricorrente. L’allargamento della maglia era stato anticipato da due note, inviate dalla Prefettura e dal Provveditorato milanese ai presidi, insieme alla richiesta di dati, per valutare l’incremento della presenza al 100%, ma solo per le quinte. Termine della raccolta: 20 aprile. "Note che mi hanno lasciato perplesso – non nasconde Giorgio Galanti, preside del liceo Tito Livio – perché sono soprattutto le prime ad avere davvero bisogno di presenza. Il problema non è prepararsi per l’esame di Stato. Ci sono dinamiche relazionali che non sono mai partite e un gruppo nuovo, a quell’età, è la vita". Nota superata dalle ultime direttive ministeriali? Si attendono indicazioni nero su bianco. "Ma il 100% per noi significherebbe tornare a prima del Covid, con i ragazzi che ruotavano per le aule, uno seduto a 50 centimetri dall’altro. Vorrebbe dire dimenticare la prudenza. Noi riusciremmo a rientrare al 70% e privilegeremmo prime e seconde".

Aspetta indicazioni certe e date - "26 aprile o 3 maggio?" - ma sarebbe pronto a ripartire al 100% l’istituto tecnico Schiaparelli Gramsci. "Noi gli spazi li abbiamo e siamo circondati da più linee: distribuendo l’orario è fattibile – spiega la preside Loredana Leoni –. Più che la scuola mi preoccupa tutto il resto. Dobbiamo capire le modalità e serve una verifica delle situazioni nei vari contesti". Allo Schiaparelli era stata avviata una sperimentazione, con purificatori d’aria. "Quando siamo rientrati al 50% sono state fatte analisi nelle aule e nei posti in cui i purificatori non sono presenti, con una frequenza regolare potremo avere dati più chiari", ricorda Leoni.

Intanto Massimo Spinelli, presidente di Anp Lombardia, plaude al possibile rientro al completo, rimasto un miraggio per oltre un anno: "Finalmente. La speranza è che la decisione sia stata ponderata col comitato tecnico scientifico e non sotto pressione delle piazze – commenta –. Restano i problemi che ci siamo lasciati alle spalle: abbiamo sperimentato i tamponi salivari, ora sarebbe opportuno diffonderli. Serve un filo diretto vero tra scuole e Ats. E resta il problema trasporti: si parla dell’allargamento della flotta con bus turistici, occorre uno sforzo in più, come pure la presenza di controllori per garantire il tetto. I presidi, poi, non hanno ancora il potere di spostare i muri, bisogna trovare soluzioni per chi non riesce ad arrivare al 100% per aule affollate. A queste condizioni si può essere sicuri e il segnale che si riprende al completo è molto positivo".