Un anno di lavoro di pubblica utilità al Comune di Roma. È stata convertita così la pena di un anno di reclusione inflitta lo scorso luglio dalla gup Chiara Valori a Sarah Borruso, l’ex compagna e coimputata dell’imprenditore Alberto Genovese in un secondo processo in cui entrambi sono stati ritenuti responsabili di una tentata violenza sessuale. A carico di Genovese si aggiunge anche intralcio alla giustizia e detenzione di materiale pedopornografico. A convertire la pena è stata la stessa giudice Valori, la quale ora avrà 90 giorni per il deposito delle motivazioni. In questo secondo processo, che è stato celebrato sempre con rito abbreviato, Genovese, che sta già scontando sei anni e 11 mesi per aver drogato e violentato due ragazze di cui una ai tempi appena maggiorenne, è stato condannato in continuazione a un anno e tre mesi, mentre il suo ex amico e dj dei festini su “Terrazza Sentimento“, Daniele Leali, a cinque anni di reclusione per cessione di cocaina, oltre che intralcio alla giustizia. Di recente il Tribunale di Sorveglianza ha autorizzato l’ex re delle start up, ad uscire quattro volte alla settimana dal carcere di Bollate, per un percorso di recupero: un giorno lavora negli uffici dell’associazione Wall of Dolls che si batte a favore delle donne (con cui non è a contatto) vittime di violenza di genere e di femminicidio e gli altri tre come volontario alla Casa della Carità, che ospita i senzatetto. Inoltre Genovese ha anche finanziato l’apertura di un centro per accogliere i tossicodipendenti.
Sarah Borruso è stata, invece, l’ultima e più sfortunata fiamma di Genovese, trascinata all’inferno e a processo con la stessa accusa di violenze sessuale per avere assistito agli stupri. La giovane aveva presentato appello per vedersi ridotta la condanna a due anni e cinque mesi. É sempre stata era presente all’udienza e alla precedente udienza ha reso dichiarazioni spontanee. Con l’ex fidanzato con cui ha condiviso giochi estremi, droga, e party nella ormai famigerata “Terrazza Sentimento“ non ha più alcun rapporto e durante le udienze sono sempre entrati in aula in momenti diversi senza incrociarsi, o, in alcuni casi senza nemmeno incrociare il loro sguardo.