
Sarà pure un po’ malmesso lo storico pavé del capoluogo lombardo. "Ma è una tradizione da difendere e sarebbe un peccato rimuovere i masselli". L’anima e il carattere della metropoli milanese passano anche attraverso i suoi storici lastroni secondo la visione dell’ex ciclista Gianni Bugno. professionista dal 1985 al 1998, il monzese classe 1964 non è mai scomparso dal cuore degli italiani, con le sue 72 vittorie (con nove tappe al Giro d’Italia, nonché la maglia rosa nel 1990, oltre a quattro frazioni al Tour de France e due alla Vuelta a Espan~a) e il titolo di campione del mondo su strada nel 1991 e nel 1992.
Oggi Bugno di professione fa l’elicotterista. Ogni tanto dalla sua Monza inforca la bicicletta per venire a Milano ma il lastricato non è mai stato un problema. Secondo invece l’assessore regionale alla Sicurezza, Romano La Russa alcune vie di Milano proprio a causa del pavé "sono vere e proprio trappole per ciclisti". "Io credo che il pericolo riguardi soprattutto chi guida i monopattini: con due ruote così piccole di diametro basta che un massello sia leggermente sconnesso perché il conducente cada rovinosamente a terra. Mettendo a rischio la sua incolumità perché per questi mezzi, nonostante raggiungano velocità notevoli, anche ben superiori ai 25 chilometri orari, non è previsto l’adozione del casco che io invece renderei obbligatorio. In bicicletta ho provato a percorrere più volte le strade col pavé a Milano e se ovviamente è meno agevole dell’asfalto non credo ci siano grossi problemi: bisogna fare più attenzione ma non sono mai caduto per intenderci".
Altre perplessità sulla rimozione? "C’è il tema della tutela storica dei masselli che devono essere salvaguardati perché l’identità della città passa anche attraverso queste pietre belle sul lastricato. In questa congiuntura poi non bisogna sottovalutare la questione economica per gli enti locali: un gigantesco piano per sostituire i lastroni con l’asfalto costituirebbe un aggravio per il bilancio dell’amministrazione che in un momento come questo, contrassegnato dalle difficoltà a causa dei rincari dell’energia, andrebbe ad ogni modo evitato. Le eventuali deviazioni per i lavori farebbe pure impazzire il traffico. Meglio allora curare la manutenzione che deve essere eseguita in modo ripetuto e regolare nel tempo perché le lastre di pietra e porfido sono sì resistenti ma sono sottoposte a maggiori frizioni in città a causa delle sollecitazioni dovute all’intenso traffico".
A.L.