L’Europa affronti il problema delle migrazioni

Riccardo

Riccardi

Nei giorni scorsi la televisione ha dato la notizia poi ripresa dai media. Sono stati arrestati un imprenditore, una coppia italo-tunisina ed altri personaggi. Organizzavano il trasbordo di migranti, per loro carne umana da gettare in mare come zavorra in caso di difficoltà, dalle coste africane a quelle italiane. L’informativa non meraviglia poi tanto. Si è scoperchiata una attività malavitosa, peraltro nota coram populo. E taciuta nel filone filosofico della pietas. Questa è obbligatoria nei confronti dei derelitti sfruttati. Ma va dosata, non generalizzata. Non si giudichi cinica questa affermazione. Intende soltanto sottolineare come gli interventi caritatevoli, sempre giusti, siano fatti episodici. Non strategici. La strategia è un’altra cosa. Deve supportare una politica lungimirante. Non di un solo Paese ma della intera Europa. Se non si vuole che, tra un decennio o poco più, masse affamate di africani, e non solo, assaltino i Paesi rivieraschi e da questi si portino nel Nord. Senza dimenticare i camminamenti terrestri che arrivano a Trieste. L’opinione pubblica, con il silenzio di certa autorevole stampa, ha vissuto con sgomento le vicende delle navi ONG, con particolare riguardo alla Ocean-Viking. Che, con bandiera francese, ha “dovuto” attraccare a Tolone! I francesi dimentichi dello spregevole spettacolo giornaliero al confine di Ventimiglia, ci hanno accusato, loro!, di cinismo inumano. Lo sbarco della nave, secondo un autorevole politico gallico, rischia di mettere in pericolo il paese transalpino che non può diventare una “Lampedusa francese!” (fonte Le Monde). Nello interesse europeo, Francia e Italia è opportuno sotterrino le polemiche (siamo manu militari laicamente equidistanti). L’Europa deve “illuministicamente” affrontare, per risolverlo, il problema. Senza l’egoistica miopia che non vede il prossimo biblico esodo africano.

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