MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Il Leonka vuole traslocare: "Interessati a San Dionigi. Che sia la volta buona". Centrodestra all’attacco

L’associazione delle “Mamme antifasciste“ di via Watteau scrive al Comune. La Giunta apre a una soluzione "nel rispetto dell’evoluzione dell’attività". Resta il nodo delle spese per la bonifica dell’amianto sul tetto del capannone .

L’associazione delle “Mamme antifasciste“ di via Watteau scrive al Comune. La Giunta apre a una soluzione "nel rispetto dell’evoluzione dell’attività". Resta il nodo delle spese per la bonifica dell’amianto sul tetto del capannone .

L’associazione delle “Mamme antifasciste“ di via Watteau scrive al Comune. La Giunta apre a una soluzione "nel rispetto dell’evoluzione dell’attività". Resta il nodo delle spese per la bonifica dell’amianto sul tetto del capannone .

e Nicola Palma

Il Leoncavallo è pronto a traslocare dalla sede di via Watteau occupata abusivamente dal 1994. L’associazione Mamme Antifasciste del Leonka ha presentato una manifestazione d’interesse al Comune per ottenere la concessione d’uso del capannone di proprietà municipale in via San Dionigi 117, a Porto di Mare, periferia sud-est della città.

Una mossa, quella dei rappresentanti del centro sociale, che avrà un’immediata ricaduta amministrativa: la Giunta comunale guidata dal sindaco Giuseppe Sala lancerà un bando pubblico per rendere trasparente il processo di assegnazione dell’immobile comunale che, a quanto risulta al Giorno, necessita di bonifica e messa in sicurezza del tetto a causa della presenza di amianto. In una nota, Palazzo Marino sottolinea che "secondo quanto previsto dalla legge, una volta ricevuta la proposta definitiva, il Comune avvierà un procedimento a evidenza pubblica per l’assegnazione dell’immobile". Nel bando sarà precisato se i costi della bonifica saranno a carico dell’amministrazione o del futuro assegnatario del capannone. Probabile che il Comune chieda all’assegnatario di pagare almeno in parte le spese di bonifica.

L’obiettivo della Giunta e del Leonka resta quello di concludere l’operazione entro l’estate. La nota comunale non indica una scadenza ma afferma che "l’amministrazione accoglie con favore questa disponibilità (cioè la manifestazione d’interesse, ndr) nella speranza che si possa giungere in tempi rapidi ad una manifestazione di interesse definitiva. Come più volte ribadito, infatti, è intenzione dell’amministrazione trovare una soluzione pragmatica che, nel rispetto delle norme, salvaguardi l’esperienza, la storia e l’evoluzione che il centro sociale Leoncavallo ha vissuto negli ultimi anni".

Urge una soluzione definitiva per il Leonka, tornato sotto i riflettori dopo la sentenza della Corte d’Appello del Tribunale civile che il 9 ottobre 2024 ha condannato il Ministero dell’Interno a risarcire tre milioni di euro ai proprietari dei capannoni di via Watteau, la società L’Orologio della famiglia Cabassi, per il mancato sgombero del centro sociale. Un risarcimento che in ogni caso il Viminale non intende far pesare sulle casse pubbliche, tanto da aver già scritto all’associazione delle Mamme del Leonka preannunciando un’eventuale rivalsa economica sulle rappresentanti del centro sociale. Stamattina, intanto, l’ufficiale giudiziario e gli emissari della proprietà si presenteranno per la centotrentunesima volta alla porta del Leonka per notificare l’ordine di sgomberare i locali. Finirà con un nulla di fatto, come nei centotrenta precedenti. Marina Boer, presidente dell’associazione della Mamme del Leonka, spera che questa "sia la volta buona" per la regolarizzazione del centro sociale: "È un passo importante per dare un segnale anche della nostra disponibilità a risolvere la situazione".

Le reazioni politiche, dopo la nota del Comune, non mancano. Il capogruppo della Lega in Comune, Alessandro Verri, dice "no ad aiutini al Leonka da parte del Comune" e "no al trasferimento in via San Dionigi. L’unica evoluzione che vorremmo vedere è uno sgombero". Il forzista Alessandro De Chirico nota che "Milano ormai è una zona franca per anarchici e antagonisti, in barba alla legge e a chi paga le tasse". Riccardo Truppo (FdI) affonda il colpo: "Non è possibile trattare con queste realtà. È necessario procedere allo sgombero".