
Milano - È ancora allerta legionella nella sede del Radiomobile della polizia locale in via Custodi. Dopo il caso di fine settembre dello scorso anno, due giorni fa i ghisa di stanza nella caserma intitolata a Vincenzo Ugga sono stati avvisati del fatto che i periodici controlli a cui l’amministrazione sottopone gli stabili di sua proprietà hanno intercettato la presenza del virus nelle cisterne. Di conseguenza, è scattato lo stop al servizio di erogazione di acqua calda sanitaria (Acs), vale a dire l’acqua che esce abitualmente dai rubinetti delle abitazioni e che viene “prodotta“ con l’accensione delle caldaie. Conseguenza inevitabile: docce fredde fino a nuovo ordine e disagi per gli agenti. Il problema dovrebbe essere risolto nelle prossime ore con la sanificazione dell’impianto e delle tubature, così da debellare il bacillo che provoca la legionellosi, malattia che colpisce prevalentemente il sistema respiratorio con forme anche acute di polmonite. Come detto, non è la prima volta che succede: lo scorso autunno, si era verificata la stessa situazione, risolta dal Comune, d’intesa con l’Ats, con un intervento immediato di bonifica delle strutture.
Un problema che si ripresenta a intervalli regolari (era accaduto pure all’inizio dell’estate del 2020), come denuncia il segretario del Sulpl Daniele Vincini: "Si tratta del secondo caso nel giro di cinque mesi, non si può lavorare in queste condizioni: bisogna risolvere la questione una volta per tutte, basta inserire un depuratore per evitare di ritrovarsi periodicamente con l’acqua gelida". Poi Vincini allarga il discorso e punta il dito "contro il generale stato di abbandono in cui versa la sede del Radiomobile, il più glorioso e importante d’Italia: serve più attenzione per i ghisa, il Comune deve creare le condizioni per farci svolgere al massimo il nostro lavoro". L’elenco delle doglianze è lungo: "Ormai i colleghi sono esasperati", prosegue Vincini, citando il cedimento di una trave avvenuto a metà ottobre del 2020 nel parcheggio delle moto del Radiomobile al primo piano ("Hanno solo messo un sostegno"), gli allagamenti negli spogliatoi e il malfunzionamento dell’impianto di condizionamento la scorsa estate. "Un quadro allarmante", chiosa il sindacalista.