Le vittime in silenzio: "Omertà, una costante"

Inchiesta a Milano svela omertà e minacce nel mondo ultrà: connessioni tra tifoserie e criminalità. Interrogatori e arresti rivelano legami oscuri.

Le vittime in silenzio: "Omertà, una costante"

Inchiesta a Milano svela omertà e minacce nel mondo ultrà: connessioni tra tifoserie e criminalità. Interrogatori e arresti rivelano legami oscuri.

Il pericolo di inquinamento probatorio, evidenziato dai pm Paolo Storari e Sara Ombra, è dovuto anche a un "clima di omertà che ha costituito una costante" dell’indagine. Chi ha subito minacce ed estorsioni non ha denunciato o ha reso "dichiarazioni ampiamente reticenti per timore di ritorsioni", citando tra gli episodi il cosiddetto “affare della Sardegna“ e anche gli "esponenti di Fc Internazionale che arrivano persino a negare di essere stati pesantemente minacciati". Agli atti dell’inchiesta episodi come le minacce subite da un venditore di panini da parte di uno dei leader della curva Sud milanista: "Se vuoi vendere panini a San Siro trattami bene perché se no scommettiamo che andiamo a litigare?", urlava Riccardo Bonissi, componente di spicco del Direttivo Curva Sud. Gli investigatori evidenziano, sulla base di quanto è stato ricostruito nel corso della lunga inchiesta, "la netta saldatura esistente tra i due direttivi delle squadre calcistiche milanesi che, solo formalmente sono su posizioni opposte ma, nella realtà dialogano, si scambiano informazioni, pianificano la ripartizione degli introiti economici, costituiscono un unico gruppo criminale che, solo formalmente è diviso". Si sono conclusi ieri, intanto, gli interrogatori di garanzia degli arrestati: in cinque si sono avvalsi mentre un sesto ha ammesso gli addebiti che riguardano una presunta intestazione fittizia con l’aggravante di agevolazione mafiosa. Il gip Domenico Santoro si è recato a Opera per interrogare Gianfranco Ferdico, il padre di Marco, uno dei capi ultrà dell’Inter, Renato Bosetti e Giuseppe Caminiti. Quest’ultimo, come Bellocco legato alla ‘ndrangheta, è accusato anche dell’omicidio del 1992 di Fausto Borgioli, uomo della banda di Francis Turatello. I tre e altri due ai domiciliari, convocati a palazzo di giustizia, non hanno risposto alle domande, mentre Cristian Ferrario, ritenuto prestanome del leader ultrà nerazzurro Andrea Beretta e di Antonio Bellocco, ucciso da Beretta a coltellate un mese fa, avrebbe invece chiarito senza negare le accuse.

Andrea Gianni