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Le Trottoir chiude dopo 32 anni: “Dimora di artisti, ma Milano se ne frega. Una decisione del Comune”

Serrande giù il 30 gennaio. Nonostante la rabbia e il dolore, i gestori del locale organizzano una tre giorni di eventi no stop

Le Trottoir in piazza 24 maggio a Milano

Le Trottoir in piazza 24 maggio a Milano

Milano, 16 gennaio 2025 – ‘Le Trottoir’ chiude dopo 32 anni. Il locale di piazza XXIV maggio a Milano, diventato celebre nel corso degli anni per aver ospitato artisti e scrittori illustri, tra cui soprattutto Andrea Pinketts, tirerà giù la serranda il prossimo 30 gennaio.

Palazzo Marino, che è proprietario del dazio in cui si trova il bar ristorante, ad agosto 2023 aveva infatti messo a bando gli spazi che sono poi stati assegnati a Taboga Sas, società che gestiste l'Osteria dei Binari di via Tortona. L'arrivo del nuovo locale , ‘Il Casello dei Binari, inevitabilmente vuol dire chiusura per ‘Le Trottoir’.

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L’annuncio sul web

L’annuncio della chiusura è arrivato via web, sul sito internet del locale. “Il 30 gennaio 2025 ‘Le Trottoir’ chiuderà per sempre i suoi cancelli”, si legge online. E sul profilo Facebook un post che, scrivono i gestori “mai avremmo pensato di fare”, parla di “ultimi battiti” per il locale in zona Darsena. Mentre su Instagram la notizia viene data con “il cuore spezzato”.

Le Trottoir chiude, l'annuncio su Instagram
Le Trottoir chiude, l'annuncio su Instagram

“Una decisione del Comune”

E c’è tanta rabbia, oltre al dolore: “Tuttavia, quando un locale diventa dimora di artisti - come il Cafè Flore per i Surrealisti della Ville Lumière - la città d’appartenenza fa di tutto per preservarlo, per farne un monumento, per garantire il proprio ingresso nei libri di storia. Milano no, Milano se ne frega”.

Poi, si entra nel dettaglio della vicenda: “Le Trottoir, che per trentadue anni è stato ritrovo interdisciplinare di figure culturali di primissimo piano, chiuderà per decisione del Comune di Milano. In tal modo viene sottratto alla città uno degli ultimi baluardi della cultura dove Andrea G. Pinketts scriveva i suoi romanzi e Philippe Daverio elaborava i suoi documentari e dove, tra gli innumerevoli gruppi musicali, hanno avuto i loro natali stelle come Malika Ayane, The Kolors e altri. Nonostante le lettere di protesta di artisti, docenti e intellettuali, il Comune ha ignorato sia il ruolo di riqualificazione della zona avuto da ‘Le Trottoir’, sia la storia epica di un locale entrato in film, quadri e romanzi, sia il vuoto di socialità che si verrà a creare depauperando ulteriormente la città”.

Andrea Pinketts al bancone de Le Trottoir
Andrea Pinketts al bancone de Le Trottoir

“La Factory di Milano"

E ancora: “Eppure ‘Le Trottoir’ è stata la Factory di Milano i cui effetti si sono riverberati a livello nazionale e internazionale. Dall’incontro tra Massimo Mannarelli e Michelle Vasseur con Michelangelo Jr. Gandini, con Pierangelo Dacrema, Renato Mannheimer, Paul De Sury, Manuela Gandini, Ettore Pasculli, Philippe Daverio, Millian Mannarelli e tanti altri, sono nate le “Lezioni di Indisciplina” dislocate alla Sapienza di Roma, all’Università della Calabria, al Piccolo Teatro di Milano. E’ nato poi il Festival Internazionale del Cortometraggio “LeTrottoirincorto” dal quale sono usciti anche dei David di Donatello. E ogni sera sono stati organizzati concerti con gruppi sempre nuovi, ogni settimana una mostra e dove si tenevano persino “Lezioni di arte al Bar”.

Una festa lunga tre giorni

Nonostante il dispiacere, dal bar hanno comunque deciso di dire addio a modo loro, organizzando tre giorni di eventi non stop tra il 24 e il 26 gennaio.

“Le luci stanno per spegnersi” – ha detto Michelle Vasseur – “prima però di dirci addio e dirvi grazie - nello stile vivo, vulcanico, gioioso de ‘Le Trottoir’ - ci sarà una tre giorni no-stop di musica, performance, film, talk – di tutte le persone che si sono avvicendate e hanno trovato rifugio, ascolto, ispirazione nel cafè, come ai tempi delle avanguardie nelle quali idee, amori, incontri e complicità nascevano davanti a un bicchiere di Assenzio, a un tè o davanti a una pinta di birra”. Una delle ultime frasi di Andrea G. Pinketts è stata: “In questo circo buio persino le luci de Le Trottoir sembrano fuochi fatui”.

Il programma

  • Venerdì 24 Gennaio: Mucianga Bluesman Bang Bang  Pulp Project  Dan e i suoi fratelli
  • Sabato 25 Gennaio: Blow/Free Soul  Maniac  High vibes con Vincio
  • Venerdì 26 gennaio: alle 17 proiezione del film “La fabbrica del Vapore” (2000), regia di Ettore Pasculli. Si tratta del primo film europeo girato interamente in digitale. La storia, che rivela via via un mistero, si svolge a Milano, in parte a Le Trottoir e alla Fabbrica del Vapore (allora in via di ristrutturazione) e in parte on the road. E’ un’opera concettuale, uno spaccato affettivo dell’architettura, dell’urbanistica, dell’umanità che si aggira ai margini di una città in profondo cambiamento. Alle 19 Presentazione del libro “Squallore” (Mursia) di Pierangelo Dacrema con Guido Oldani e Renato Mannheimer. Alle 20 performance di Michelangelo Jr Gandini.

Le reazioni degli utenti

Dopo i post con l’annuncio della chiusura, tanti utenti si sono detti dispiaciuti tra cuoricini rossi, lacrimucce e abbracci virtuali. “Che tristezza, il Trottoir sarà sempre casa”, ha scritto Sara. Seguita da Paola: “Mai avrei pensato ciò potesse accadere, sono onorata di avervi conosciuti”. ma anche Geps Section: “Stanno ammazzando la cultura. Ho avuto il piacere e l’onore di suonare qui in più occasioni e il riscontro del pubblico è sempre stato super positivo. Unico posto dove potevi esser l’artista che senti di essere contro i vari mercatucci. Speriamo che la signora Michelle non si arrenda e apra un nuovo centro dove tutte le arti si fondono come qui. In bocca al lupo”. Ed Endriu: “Purtroppo non potrò esserci e mi dispiace da matti. Ma sappiate che siete uno dei miei locali preferiti di Milano da sempre. Il porto sicuro, la casa fuori casa, il bancone dell’ultimo alla staffa prima di rientrare. Locali così non dovrebbero mai chiudere ma moltiplicarsi”.