ALESSANDRO
Cronaca

Le prove orali e il fantasma della Costituzione

Gullo* è un fantasma che si aggira nelle scuole lombarde. È la Costituzione della Repubblica italiana. Hans Kelsen, discutendo modestamente...

Gullo* è un fantasma che si aggira nelle scuole lombarde. È la Costituzione della Repubblica italiana. Hans Kelsen, discutendo modestamente...

Gullo* è un fantasma che si aggira nelle scuole lombarde. È la Costituzione della Repubblica italiana. Hans Kelsen, discutendo modestamente...

Gullo* è un fantasma che si aggira nelle scuole lombarde. È la Costituzione della Repubblica italiana. Hans Kelsen, discutendo modestamente le idee di Platone, sosteneva che i padri costituenti ci hanno dato la Grundnorm, la norma fondante. E allora perché, tra gli studenti delle brume padane, parlarne genera un senso di terzo incomodo, quasi di distanza, un convitato di pietra quando si parla di regole? Se il presidente - Uomo Ragno osa aspettarsi l’enunciazione di uno dei primi 12 articoli lo coglie - attraverso le occhiate di disapprovazione dei commissari - un senso di straniamento e si trasforma in Paperoga. Se si disquisisce di regolamenti, gli sguardi si illuminano: finalmente si parla di regole. Il problema è che, per il meccanismo della “gerarchia delle fonti” la Costituzione stessa sta in cima alle fonti e il regolamento sta sull’ultimo gradino. Tutte le norme devono “obbedire” alla Costituzione e non viceversa. Il regolamento, va notato saccentemente, è la norma che mette in pratica le norme superiori nella vita quotidiana spicciola, come il condominio o la scuola stessa. Se una regola non c’è nel regolamento e c’è nel corpus juris italiano, che può essere la Costituzione, il codice civile o il Testo Unico dell’Istruzione o lo Statuto delle Studentesse e degli Studenti non vuol dire che non esiste. L’eccezione che si solleva a chi tenta di applicare una norma generale ed astratta o richiedere la sua esistenza è: non c’è nel regolamento. Oppure: ho insegnato l’idea delle regole, ho fatto leggere il regolamento d’Istituto.

Povero Gregorio Magno, che rispondeva: se non trovi la regola nelle leggi che hai “sottomano”, devi cercarla nella norma superiore!

O è forse questa, una sopravvivenza dei milanesi Libri Feudorum, scritti da Oberto Dall’Orto nel XII secolo per i quali il diritto feudale (il diritto stesso, all’epoca) era un diritto reale, come tale ricondotto a diritto contrattuale e perciò frutto di un accordo tra le parti?

* Preside istituto Varalli