
di Diego Vincenti
Il titolo è di quelli che si fanno notare: "Biancaneve e i sette nazi". Ricorda vagamente un certo cinema di genere ormai poco frequentato. Ma certo vien voglia di dare un’occhiata. Ancor più nel momento in cui si scopre che il lavoro di FanniBanni’s ragiona sui modelli dominanti. Su come i nostri immaginari (e i nostri comportamenti) vengano tuttora incasellati in cornici di senso che alimentano un pensiero omologato sul femminile, il corpo delle donne, i ruoli di genere nella società contemporanea. Non poco. Ma il tutto attraverso una chiave grottesca e dissacrante. Come si può vedere da lunedì in Sala Bausch dell’Elfo Puccini, all’interno del cartellone di Nuove Storie. Testo scritto e diretto da Nicoletta Nobile, in scena sono Gabriele Anzaldi, Rocco Ancarola, Giorgia Iolanda Barsotti e Giorgia Favoti a riportare negli orizzonti della celebre fiaba. Raccontando di una Biancaneve bloccata in una sorta di bolla favolistica, dove per sempre sarà protetta dal principe. Dal maschio forte. Insomma: vive rinchiusa la ragazza. Addomesticata. Un tetto sulla testa, dei bei vestiti, tanti piccoli piattini da cui piluccare un po’ di cibo.
D’altronde è la principessa perfetta. Solo che qualcosa non va. Forse sta emergendo una consapevolezza diversa. E la sua festa di compleanno rischia di diventare una resa dei conti. L’occasione ideale per far presente un paio di cosette sulla propria autonomia. Che le principesse sono bravissime a salvarsi anche da sole.