Milano – Irregolarità "in materia di lavoro sommerso" emerse nella metà delle aziende ispezionate, che salgono al 90% considerando anche il rispetto di norme e adempimenti per la sicurezza sul lavoro e contro gli infortuni. Solo l’anno scorso 2.400 controlli nel territorio della Città metropolitana di Milano e della provincia di Monza Brianza, seguiti da 291 provvedimenti di sospensione delle attività imprenditoriali per violazioni della norma in materia di sicurezza sul lavoro, aumento dei fenomeni evasi ed elusivi per "sanzioni accertate pari a oltre 64 milioni di euro".
Un quadro allarmante sul fronte del lavoro emerso dai dati dell’Ispettorato del Lavoro, dell’Inps e dell’Inail. Nonostante campagne e sanzioni, resta critica la situazione sul fronte del rispetto delle leggi e delle misure di sicurezza, emersa anche dagli ultimi controlli in collaborazione con i carabinieri: su 65 esercizi pubblici controllati sono stati trovati 14 lavoratori in nero tra cui 5 clandestini, e per sei attività imprenditoriali è scattata la sospensione.
"Si registra un aumento esponenziale di violazioni penali connesse al mancato rispetto delle norme sulla prevenzione degli infortuni e lavoro nero – spiega Eloisa Dacquino, segretaria confederale Uil Lombardia – ed è necessario affrontare la problematica del personale in servizio negli enti in prima linea per i controlli. Basti pensare che presso l’Ispettorato area metropolitana sono attualmente in servizio 169 persone a fronte delle 394 previste in pianta organica, presso l’Inps 57 a fronte di un bisogno stimato del doppio di unità di personale, presso l’Inail l’attuale carenza è stimata sempre al 50% del fabbisogno".
A questo si aggiungono segnali di crisi anche sul fronte occupazionale, dopo la ripresa e il riassestamento del mercato del lavoro seguito alla pandemia. In Lombardia, secondo l’ultimo rapporto Uil, sono oltre 50mila i lavoratori sostenuti da cassa integrazione o fondi di solidarietà, con il conseguente impatto su salari e potere d’acquisto. A gennaio e febbraio, nel confronto con stesso bimestre dell’anno scorso, le ore di cassa integrazione sono cresciute del 24,7%.
Salvatore Monteduro, segretario confederale della Uil Lombardia, propone "un nuovo impegno collettivo per l’attivazione di politiche del lavoro mirate, che vadano oltre il semplice sostegno economico", perché "è fondamentale investire in formazione e sostegno alla transizione occupazionale dei lavoratori colpiti dai cambiamenti".
Nel Milanese, dove la situazione è più stabile rispetto ad altri territori, si registra un preoccupante aumento del ricorso agli ammortizzatori sociali nel settore del commercio: un +23,6%, nonostante i numeri positivi del turismo e delle presenze di visitatori in città. Settore al centro anche di una battaglia sindacale sul contratto, che oggi si concretizzerà nello sciopero nazionale e in due presidi milanesi organizzati da Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs.
Una mobilitazione della vigilia di Pasqua, quando i supermercati registrano solitamente accessi superiori alla media. Lo sciopero è dovuto alla rottura delle trattative per il rinnovo del contratto con le imprese delle grande distribuzione aderenti a Federdistribuzione. "Il contratto è scaduto da 51 mesi – spiega Massimiliano Genova, segretario della Fisascat-Cisl Milano – e i sindacati considerano inaccettabili le richieste delle imprese che aumentano la precarietà in maniera incondizionata e mortificano la professionalità dei lavoratori con l’abbassamento dei livelli di inquadramento. Federdistribuzione è l’unica associazione imprenditoriale della grande distribuzione con cui non è stato ancora rinnovato il contratto". I presidi si terranno questa mattina a Milano, davanti al supermercato Esselunga in viale Umbria 28, e a Carugate, nell’area in via dell’Artigianato dove si trovano il centro commerciale Carosello, Ikea e Loroy Merlin.