
Ilir Paja
Milano, 6 novembre 2022 - I segugi del Nucleo investigativo di via Moscova si sono messi sulle sue tracce qualche mese fa: hanno ripreso in mano tutte le tracce che il super latitante aveva lasciato per strada, recuperando indirizzi e incrociando dati. Sono arrivati a Lapraka, quartiere residenziale di Tirana. Gli appostamenti degli investigatori albanesi hanno fatto il resto: in almeno quattro occasioni, hanno intercettato e pedinato il sospettato, studiandone movimenti e abitudini. Giovedì mattina sono entrati in azione: hanno aspettato che si sedesse davanti allo specchio del barbiere e hanno fatto irruzione, impedendogli qualsiasi tipo di reazione.
Così i carabinieri della Catturandi, coordinati dal capitano Domenico Rana, hanno incastrato la primula rossa Ilir Paja, nato il 18 marzo di 49 anni fa a Kucove, condannato in via definitiva a 25 anni e 4 mesi di reclusione per l’omicidio a colpi di pistola del trentacinquenne ecuadoriano Gonzalo Louis Ramires Saca e per il tentato omicidio del connazionale Josè Enrique Orellana Calle, andati in scena alle 22 del 2 settembre 2006 al Parco Nord, nonché per il sequestro di una giovane prostituta romena. La storia italiana di Paja alias «Ufo» inizia il 27 febbraio di quell’anno, quando gli agenti della Squadra mobile di Perugia lo arrestano su mandato dell’autorità giudiziaria tedesca: era ricercato per l’assassinio di un altro albanese nel 2004 a Duisburg.
Rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Capanne, riesce a evadere l’11 giugno: gli bastano un paio di lenzuola e un gancio per scavalcare due muri di cinta durante l’ora d’aria. Lo ritroviamo il 5 agosto a Cologno Monzese: la polizia lo sorprende davanti a un bar, ma lui scappa in una scuola e poi rapina la Daewoo a un automobilista di passaggio. Altra fuga. E arriviamo alla sera del 2 settembre: Paja e il complice Gentjan Makshia infastidiscono una ragazza in zona Parco Nord, generando la reazione del fidanzato e dei suoi amici.
La lite si fa sempre più accesa, fin quando "Ufo" tira fuori una semiautomatica calibro 9x21 e spara una quindicina di volte contro i rivali, colpendo Orellana Calle a una gamba. Poi si infila in auto con Makshia, ma i due restano incolonnati al semaforo: a quel punto, Paja apre lo sportello e spara ancora per tre volte, centrando alla testa Ramires Saca (che morirà il giorno dopo al Niguarda). Finita? No, perché alle 2.30 i due sequestrano la prostituta a Lacchiarella: la rinchiudono in un’abitazione di Buscate e lì, secondo quanto dichiarato dalla donna e poi ammesso dal killer, Paja la costringe per due volte a subìre rapporti sessuali.
La giovane verrà liberata il giorno dopo dai poliziotti della Mobile di Milano, che nel frattempo hanno individuato il covo di "Ufo": lui si cala dalla finestra, ma viene fermato. Paja scappa ancora durante un trasferimento in ambulanza e torna in patria, dove viene nuovamente ammanettato il 6 marzo 2008: condannato a 15 anni e 4 mesi in abbreviato per i reati commessi in Italia, resta dentro fino al 6 luglio 2019. Questo, però, non vieta alla giustizia milanese di fare il suo corso, visto che il principio del «ne bis in idem» (che impedisce di processare una persona due volte per lo stesso caso) non si applica a processi celebrati in Stati che non appartengono all’Unione Europea e che non hanno accordi in vigore con il nostro. Il 18 gennaio 2021, la Corte d’Assise lo (ri) condanna a 25 anni e 4 mesi, con sentenza confermata in Appello il primo dicembre dello stesso anno e in Cassazione il 24 giugno scorso. Tre giorni fa la cattura.