NICOLA PALMA
Cronaca

L’agguato in via Marsala. I sicari arrivati da Prato il tassista abusivo in Bmw e gli spari per uccidere

Incastrati gli autori materiali del tentato omicidio di un imprenditore cinese. La fuga sulla berlina guidata da un connazionale, i tabulati e il sistema Sari.

Incastrati gli autori materiali del tentato omicidio di un imprenditore cinese. La fuga sulla berlina guidata da un connazionale, i tabulati e il sistema Sari.

Incastrati gli autori materiali del tentato omicidio di un imprenditore cinese. La fuga sulla berlina guidata da un connazionale, i tabulati e il sistema Sari.

Due uomini aspettano nell’ombra. Sono lì dal pomeriggio per attendere il bersaglio. L’agguato va in scena poco dopo la mezzanotte del 26 marzo: S.Z., imprenditore cinese di 42 anni, viene aggredito alle spalle, ma riesce a sfuggire alla presa e a scappare. Uno dei due sconosciuti lo insegue in via Marsala e gli spara addosso, colpendolo di striscio alla nuca e allo zigomo: "Solo per caso – rifletterà a posteriori il gip Chiara Valori – l’azione delittuosa non ha avuto effetti letali".

A meno di tre mesi dall’agguato andato in scena a due passi dai locali di corso Garibaldi (proprio in un bar si rifugiò l’uomo per chiedere aiuto), gli agenti della Squadra mobile, guidati dal dirigente Alfonso Iadevaia, hanno chiuso il cerchio e arrestato i presunti autori materiali del raid killer: in manette due connazionali del ferito, il quarantacinquenne Jung Yang e il quarantasettenne WenPing Han, arrivati apposta da Prato (dove lavoravano in un capannone come operai tessili) su input diretto di un mandante ancora da identificare. Su colui che avrebbe commissionato l’omicidio, rimasto per fortuna solo "tentato", ci sono ancora approfondimenti in corso: il quarantaduenne ha parlato di un ammanco da 300mila euro nell’azienda in cui lavora e delle tensioni con una persona, ma è presto per dire se si tratti solo di una suggestione o di una pista concreta da sviluppare.

Resta, intanto, il lavoro investigativo per inchiodare i sicari, partito dall’analisi delle immagini registrate dalle telecamere e dalla targa della Bmw usata per fuggire dopo gli spari: è abitualmente utilizzata da un cinese che fa il tassista abusivo e che sarebbe stato contattato dai connazionali proprio per accompagnarli in giro per Milano. A esplodere i colpi calibro 32 sarebbe stato Yang, ripreso quel giorno in un esercizio commerciale di corso Garibaldi: il volto è stato processato dal sistema Sari per il riconoscimento facciale e ha rimandato un’elevata compatibilità con i lineamenti del quarantacinquenne, fotosegnalato nel 2019 dalla Stradale di Arezzo e controllato il 7 gennaio 2025 a Prato con le generalità parzialmente diverse di Jun Yang e una patente argentina falsa. I tabulati lo hanno collocato all’ombra della Madonnina nelle ore precedenti all’aggressione. Stesso discorso per Han, incastrato dal cellulare e dai contatti telefonici col complice (con il quale condivide anche il luogo di lavoro).

I tracciati dimostrano che entrambi sono arrivati il 24 marzo e sono rientrati in Toscana all’alba del 26. "I due indagati – si legge nell’ordinanza – paiono aver accuratamente pianificato l’agguato, hanno la disponibilità di un’arma comune da sparo, non hanno esitato a spostarsi a centinaia di chilometri di distanza per portare a compimento il proposito criminoso (probabilmente su mandato di terzi)".