Gli assalti paramilitari dei ladri di biciclette: colpi a raffica nei negozi della Lombardia

Da Brescia a Bergamo, passando per Milano: sono in azione bande di professionisti

Nel mirino dei ladri ci sono le bici più costose

Nel mirino dei ladri ci sono le bici più costose

Milano – Insieme alle biciclette, che oggi costano migliaia di euro e sono un concentrato di tecnologia, sono cambiati anche i loro ladri, non più vittime della società come nel capolavoro di Vittorio De Sica ma autentici professionisti del crimine, spesso associati in bande. La razzia al Bit Bikes Store di Castegnato (dove sono state rubate sei biciclette, per un valore di circa 40mila euro) è solo l’ultimo colpo messo a segno in provincia di Brescia dove i ladri erano già entrati in azione al Bike3Lands di Idro all’alba di domenica, in entrambi i casi utilizzando un’auto ariete per sfondare la vetrina blindata. Un colpo organizzato fin nei minimi particolari da una banda specializzata che è andata a colpo sicuro, probabilmente dopo aver visitato nei giorni scorsi i due punti vendita. Un tempo il metodo delle auto-arieti era tipico della criminalità dell’Europa dell’Est che senza farsi scrupoli dei danni provocati assaltava le tabaccherie e anche i bancomat, adesso ci si accontenta dei negozi che vendono bici sportive o ebike.

Il 19 aprile è toccato al Mata Bike di Manerba dove in soli 5 minuti e utilizzando un furgone lanciato a tutta velocità contro la vetrina i ladri sono riusciti a razziare biciclette per un valore di oltre 100mila euro. Il 3 aprile i ladri di biciclette sono entrati in azione intorno alle 5 con un’auto-ariete hanno fatto irruzione nel negozio Ebike di Brescia. Poi hanno caricato su un mezzo alcune delle bici più pregiate, per un valore di circa 50 mila euro, e si sono dileguati per le strade della città facendo perdere le proprie tracce.

Brescia non è l’unica provincia lombarda nel mirino, a febbraio era toccato a Bergamo con due colpi ravvicinati a Lallio: il primo la notte di San Valentino all’Auto Savoldelli dove sono state rubate sei bici da corsa molto costose, poi il 20 febbraio al Trek Bicycle dove sono sparite tre biciclette del valore di 45mila euro. L’8 febbraio è toccato a un negozio di e-bike a Castlelletto di Branduzzo. Il 29 marzo a Casciago, in provincia di Varese, usando una Fiat Punto rubata come ariete i soli ignoti hanno ripulito il negozio di biciclette Gemme Bike, caricando la refurtiva su un furgone a bordo del quale sono spariti.

Non c’è stupirsi considerando che la Lombardia, in base agli ultimi dati del Dipartimento di pubblica sicurezza relativi al primo semestre del 2022 è la prima regione d’Italia per i furti: oltre 12.700, il doppio di quelli denunciati in Lazio ed Emilia Romagna, e per le rapine ben 552, un terzo in più rispetto alla Campania. Le biciclette rientrano nella prima casistica anche se a fare statistica sono quasi esclusivamente i furti che avvengono nei negozi e presso i rivenditori perché il 70% dei privati rinuncia a sporgere denuncia. Eppure, sempre secondo le statistiche, anche grazie agli incentivi e agli eco-bonus nel nostro Paese ogni anno si comprano circa mezzo milione di biciclette, mentre quelle che spariscono sono una al minuto.

Prima del conflitto in Ucraina c’era il sospetto che proprio da questo paese provenissero le bande di ladri che spesso agivano su commissione, compiendo sopralluoghi nei negozi per poi occuparsi una volta avvenuto il furto di “smembrare” le biciclette più costose, ritoccare i numeri del telaio e rivenderle sui siti online. Il consiglio per chi usa la bicicletta è di legarla con due lucchetti, portarla con sé in casa o in ufficio o nasconderla sotto una coperta se la mette nel garage, ma soprattutto registrarla sul cicloregistro italiano con tanto di fotografie e numero di telaio, così da rendere un po’ più difficile il lavoro dei ladri. Soliti ignoti che di sicuro non hanno nulla a che vedere con la banda di criminali che domenica notte, per assaltare un negozio a Segrate nel quartiere di Redecesio oltre a un’auto ariete e un furgone per caricare trenta bici, non ha esitato a mettere cinque auto in mezzo alla strada per ostacolare l’arrivo della polizia. Tecniche paramilitari che fino a qualche anno fa erano impiegate per assaltare gli istituti di credito, non certo per razziare i ciclisti.

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