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La truffa del finto Crosetto. Contattati anche i Caprotti. Per la banda già cinque denunce

La famiglia proprietaria di Esselunga non ha abboccato e si è rivolta subito alla Procura. Il ministro della Difesa avverte: "In futuro questo tipo di colpo sarà sempre più diffuso".

Marina Caprotti, classe 1978, è l’amministratrice delegata di Esselunga, la catena di supermercati

Marina Caprotti, classe 1978, è l’amministratrice delegata di Esselunga, la catena di supermercati

di Anna Giorgi

MILANO

Anche i Caprotti di Esselunga presenteranno querela per essere stati contattati dalla banda dei finti Crosetto. Stesso schema: la voce simile a quella del ministro della Difesa o, comunque, di qualcuno che ha finto bene e quella convincente richiesta di denaro per chiudere questioni rilevanti per il Paese. Tra tutte, l’urgenza di pagare riscatti per giornalisti rapiti in Medio Oriente, per cui Massimo Moratti, ex presidente dell’Inter, avrebbe, in uno slancio di generosità, pagato un milione in due tranche. Lo staff della famiglia Caprotti conferma di avere sporto querela e in uno scarno comunicato precisa: "La telefonata è arrivata alla segreteria di direzione. Non le è stato dato alcun seguito". Intanto, seguendo la pista dei soldi, gli investigatori precisano che sono almeno due i conti, uno basato in Olanda e l’altro ad Hong Kong, che sarebbero stati usati dai truffatori. È su un conto in Olanda, infatti, stando alle indagini della Procura guidata da Marcello Viola condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, che Massimo Moratti ha versato quasi un milione, con due bonifici da poco più di 450mila euro l’uno, la scorsa settimana.

Denaro che poi sarebbe stato trasferito su un conto di Hong Kong. Difficile il recupero di quei soldi, da quanto si è saputo, anche se sarebbero state trovate tracce dei movimenti bancari e alcuni conti, usati per passaggi intermedi del denaro, sono già stati bloccati. Per la procura non è necessario, al momento, sentire l’ex presidente dell’Inter a verbale.

Le denunce (tra quelle ufficiali e quelle annunciate) salgono così a 5, contando anche quelle delle famiglie Beretta, Aleotti e nei prossimi giorni dovrebbe arrivare anche quella di un componente della famiglia Del Vecchio imprenditori di Luxottica. A cui dovrebbe aggiungersi quella dello staff di Giorgio Armani. L’esposto del ministro della Difesa è già stato preparato e sarà depositato a ore, l’ipotesi di reato è quella di "sostituzione di persona, con la più grave "associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata".

Il sospetto della procura e del pm Giovanni Tarzia è che altri facoltosi imprenditori abbiano pagato, convinti di aiutare Crosetto a liberare giornalisti rapiti in Iran o in Siria. E su questo fronte gli investigatori stanno lavorando.

A tornare pubblicamente sulla truffa che lo ha visto vittima è stato ieri lo stesso Crosetto alla trasmissione Pomeriggio 5. "Purtroppo le nuove tecnologie renderanno queste truffe sempre più difficili da capire, faranno dire a me e a chiunque altro qualunque cosa. Siccome sono impossibili da controllare, perché appena ne chiudi uno ne escono altri due con profili e nomi diversi, deve essere la piattaforma a controllare. Lo Stato non ha il potere di inseguirli. Chi può fare qualcosa sono le piattaforme che gestiscono i social: Facebook, X, Instagram. Sono loro che devono garantire me utente che se vado sulle loro piattaforme non trovo nessuno che mi truffa e che quello che vedo è garantito".

E ancora Crosetto sempre in tv, parlando del feneomeno delle truffe: "Questi sono professionisti che evidentemente hanno sia la tecnologia sia la capacità di individuare i soggetti. In questo caso hanno individuato i maggiori imprenditori italiani, hanno individuato persone che magari alla richiesta di un ministro erano anche disponibili per l’Italia, per l’amore che hanno per l’Italia, a fare un bonifico". Intanto lo staff di Crosetto ha già preso contatti con la Procura di Milano, per l’esposto e per essere sentito.