La transizione lombarda Sulle aree industriali dismesse l’idrogeno per treni, bus e navi

La Regione ha selezionato i primi progetti di riconversione delle fabbriche da tempo in disuso in siti di produzione dell’energia pulita. Da Mantova al bresciano, fino a Cairate: la mappa.

di Giambattista Anastasio

In passato erano aree industriali nelle quali si lavorava a ciclo continuo, di quelle che hanno fatto la fortuna dell’economia regionale e al tempo stesso hanno contribuito ad invelenire l’aria respirata dai lombardi. Oggi sono, invece, aree dismesse: esempi viventi di quel processo di deindustrializzazione che ha coinvolto il Nord Italia come altre regioni europee ad alta vocazione produttiva. Domani saranno, però, aree nelle quali si produrrà la nuova energia, l’energia pulita, l’idrogeno verde da fonti rinnovabili che servirà ad alimentare l’attività delle imprese ma anche a far girare i motori, mai tanto amici dell’ambiente, di treni, navi e bus del trasporto pubblico. Tutto grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e al bando promosso dalla Regione. Quattro le aree industriali dismesse che saranno riconvertite con una spesa complessiva di 33,5 milioni di euro. Tre interventi saranno finanziati interamente dai fondi comunitari, uno solo parzialmente.

La graduatoria è stata stilata e resa nota ieri dalla Direzione Ambiente e Clima di Palazzo Lombardia. Nel dettaglio, la Regione ha aderito alla richiesta del Ministero di dar seguito a questa possibilità prevista dal PNRR approvando e pubblicando il 19 gennaio scorso il bando per la raccolta delle domande a cura delle imprese lombarde interessate alla riconversione, e chiudendolo il 28 febbraio. Tredici le domande pervenute per la creazione di Hydrogen Valley finalizzate all’utilizzo di questo vettore energetico non solo per scopi industriali ma anche per la mobilità. Nove i progetti ammessi. Ma con le risorse per ora disponibili – 33,5 milioni di euro, come anticipato – si riuscirà a finanziarne totalmente tre: il progetto presentato da Sapio, in convenzione con Renhive, finalizzato a realizzare a Mantova un impianto per la produzione annua di 475 tonnellate di idrogeno da destinare in parte all’uso industriale locale e in parte ai mezzi di trasporto navali e ferroviari; quindi il progetto firmato Raffmetal per la realizzazione a Mura (in provincia di Brescia) di un impianto che produca ogni anno circa 83 tonnellate di idrogeno, da destinare all’alimentazione in continuo dei forni fusori e di alligazione dello stabilimento della stessa impresa che sorge poco distante e produce alluminio in colata continua per l’industria; quindi il progetto di Lucchini, in convenzione con Verolauno, per la realizzazione a Verolanuova (Brescia) di un impianto per la produzione di 77 tonnellate annue di idrogeno per l’industria locale. In tutti i casi gli impianti saranno alimentati col fotovoltaico, quindi con energia pulita.

Inoltre, come detto, si è scelto di finanziare parzialmente anche una quarta proposta progettuale, stavolta presentata dalla società Expand, che prevede la realizzazione a Cairate (Varese) di un impianto con una produzione di 100,53 tonnellate annue di idrogeno da destinare all’alimentazione dei mezzi per il trasporto pubblico locale delle province di Varese, Como e Lecco. Nelle prossime settimane, d’intesa con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, si procederà con le fasi attuative per poter realizzare e ultimare gli impianti entro la scadenza prevista nel PNRR: entro la metà del 2026. "L’attuazione di questo investimento del PNRR – sottolinea l’assessore regionale Giorgio Maione – contribuisce in modo significativo alla transizione ecologica e allo sviluppo sostenibile delle attività produttive lombarde".

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