MASSIMILIANO SAGGESE
Cronaca

Opera, la terza volta di Ettore Fusco: io, innamorato della Lega. Dalle lotte contro i rom al "no" ai datacenter

Ancora un mandato per l’eterno ragazzo di Opera: "I segreti del successo?. La credibilità e la famiglia. E per la mia città ho rifiutato un posto in Regione".

Ettore Fusco, 55 anni, in carrozzina controlla l’accessibilità di strutture ai disabili

Ettore Fusco, 55 anni, in carrozzina controlla l’accessibilità di strutture ai disabili

Opera (Milano) – Ettore Fusco, il sindaco della Lega che ha conquistato gli operesi con la rivolta contro il campo rom passando indenne per vicende giudiziare che hanno travolto Opera.

Quando è scattato il colpo di fulmine per la politica?

"Sin da ragazzo, quando conobbi i valori della Lega Lombarda di Umberto Bossi, un movimento autonomista e federalista che si batteva contro gli sprechi, la mafia e la politica corrotta. L’amore per i territori, in particolare per la Lombardia, e l’idea di un buon governo vicino ai cittadini. Fu un amore a prima vista che mi legò ancora di più alla mia città, Opera. Nel 1988, appena maggiorenne, mi iscrissi ai giovani leghisti, i “riaa”, come si dice in dialetto".

E la prima volta alle elezioni?

"Nel 1995, riuscimmo a presentare una lista della Lega Lombarda (all’epoca Alleanza Nord) contro Roma Polo e Roma Ulivo. Non entrai in Consiglio Comunale per un solo voto. Nel ’98 mi candidai a sindaco con la Lega Nord, senza accordi con altri partiti. Entrai in Consiglio Comunale e feci opposizione per dieci anni al sindaco di centrosinistra, Alessandro Ramazzotti".

Qual è stato un momento cruciale della sua opposizione?

"Nel 2006 mi opposi con determinazione all’insediamento di un campo rom a Opera. Organizzammo un presidio fisso per quasi due mesi, giorno e notte, fino al ritiro del progetto. Ci furono indagini, sì. Ma dimostrarono che eravamo nella legalità".

Come andò la sua prima elezione da sindaco?

"Nel 2008 vinsi le elezioni con il centrodestra finalmente unito. I cittadini premiarono chi aveva lottato per loro concretamente, mettendo a rischio la propria vita e gli affetti. Nel 2013 fui rieletto con più consensi. Nonostante i tagli e il patto di stabilità, portammo avanti battaglie come il no all’inceneritore e il raddoppio della via Ripamonti".

Una promessa mantenuta di cui va particolarmente fiero?

"Aver trasformato il diritto di superficie in proprietà per migliaia di cittadini, con costi ridotti a un terzo rispetto a quanto chiedeva la Giunta di sinistra".

Perché non si candidò una terza volta come sindaco?

"Per rispetto del limite dei mandati. Scelsi di fare il vicesindaco, rifiutando la candidatura in Regione".

Cosa successe poi con l’amministrazione Nucera?

"Dopo l’arresto del sindaco Nucera e della responsabile dell’Ufficio Tecnico, l’ente fu commissariato. Gli altri amministratori, me incluso, erano estranei alle accuse. Mi assunsi la responsabilità di candidarmi per risollevare Opera. Il Commissario prefettizio certificò che il Comune aveva conti in regola e gestione esemplare. Vinse per 57 voti il centrosinistra con Barbara Barbieri, approfittando della divisione del centrodestra".

Il voto alla Giunta Barbieri?

"Tre anni di nulla: niente manutenzione, niente pulizia, niente verde, scuole allagate, parchi transennati, palasport devastato, cimitero abbandonato. Un declino sotto gli occhi di tutti. Mille firme raccolte in poche ore per chiedere le dimissioni della sindaca".

Il suo messaggio vincente?

"Non le promesse, ma la credibilità di chi ha messo la faccia e il cuore per ricostruire una città sicura, funzionale e pulita".

La sua famiglia?

"Sempre vicina, soprattutto moralmente. Non coinvolgo i miei figli nella politica, oggi diventata troppo cattiva e falsa per colpa di una sinistra incivile".

Cosa pensa dell’invasione dei datacenter nell’hinterland?

"Grandi strutture che stanno deturpando la bellezza del Parco Agricolo Sud Milano. Non c’è possibilità che sorgano a Opera, se non di dimensioni ridotte e solo in aree industriali dismesse; le nostre aree agricole sono protette dal vecchio Pgt scritto con la mia precedente Giunta".

mail: massimiliano.saggese@ilgiorno.it