"La terna dei licei? Una beffa. Figli delusi"

L’appello delle mamme: criteri chiari e più umanità. Caos per le iscrizioni allo scientifico e all’artistico. Anche i privati sono pieni

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di Simona Ballatore

Prima scelta: scientifico Moreschi, per l’indirizzo Cambridge. Seconda: Severi Correnti. Terza: Vittorio Veneto. Il primo, gettonatissimo quest’anno, si riempie subito. Valentino, nome di fantasia, nonostante la media dignitosissima alla scuola media Carlo Porta arriva 194esimo, ne prendono 168. "Ci arriva una prima mail – racconta la mamma – per avvisarci che la domanda era stata dirottata al Severi, poi un’altra per comunicarci che era stata inviata al Vittorio Veneto e ne arriva una terza informandoci che era stata girata al Moreschi". Punto e a capo: si ritorna al via. A iscrizione chiuse, ricomincia il “rimpiattino“, come lo scorso anno, tra gli scientifici milanesi. E quest’anno la partita si fa ancora più complicata per le scienze umane e per gli artistici. La mamma di Valentino inizia a chiamare tutte le scuole pubbliche, come stanno facendo altre “colleghe“ in questi giorni frenetici. Stessa risposta: "Siamo già pieni". Resta un’unica alternativa, Marconi, ma è distante. Prova la carta delle private: "E anche quelle sono in overbooking: il Leone XIII ci metterebbe in lista d’attesa, Salesiani pieni e c’è chi chiede l’intera retta annuale per confermare il posto – scuote la testa la mamma –. Insomma, a Milano non si può scegliere più l’indirizzo oppure si è costretti a chiedere un prestito".

Nella stessa classe tutti i compagni che avevano scelto lo scientifico non sono stati presi dal primo liceo indicato e sono stati dirottati altrove. In un’altra scuola media, a Crescenzago, accade invece che uno degli alunni più bravi opti per scienze umane: peccato che i suoi prof, quasi a volerne sottolineare l’eccellenza, abbiano indicato come consiglio orientativo “liceo classico“. Risultato: è stato rimbalzato dai licei delle scienze umane e “costretto“ ad andare al classico. I criteri per l’ingresso cambiano da scuola a scuola (priorità al bacino dell’utenza, alla media, al consiglio dei docenti), per essere certi di azzeccare il “tris“ servirebbe un’analisi statistica. "E non sono trasparenti – sbottano le mamme –. Qualcosa non funziona. Piuttosto facciano i test d’ingresso anche alle superiori. E basta con le classifiche delle scuole migliori, fini a sé stesse". "Il problema è che i nostri figli si sentono ’sacchi di patate’, ragazzi di serie B perché son stati ’scartati’. È un meccanismo che innesca delusione, in un periodo già complicato" denuncia un’altra mamma, rimasta fuori dai tre artistici indicati. Viola aveva scelto Boccioni (415 le domande per 230 posti), Brera e Caravaggio. Si è attaccata al telefono: "I licei che sono stati indicati come seconda e terza opzione non ti calcolano – ribadisce mamma Romina –, mia figlia si è trovata dirottata al Frisi di Quarto Oggiaro, non sapevamo neppure della sua esistenza. Ho cominciato a chiamare le private vicine, anche se è una scelta economicamente importante". Poi le è arrivata una telefonata dal Frisi: "Un prof ci ha invitato a visitare la scuola. Ha parlato con Viola, per la prima volta ci siamo sentiti ascoltati, le ha fatto capire che non è una ragazza di serie B e che quella scuola non è di serie B, anzi. Ha trasmesso passione per il progetto. Farò scegliere a lei. Ecco, servirebbe più umanità, oltre a criteri più chiari".

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