ALESSANDRA ZANARDI
Cronaca

La sfida per i Paesi in via di sviluppo: "Formiamo i cardiologi di frontiera"

San Donato, il programma Aesculapius e il training center del Policlinico con i modellini del cuore in 3D

La sfida per i Paesi in via di sviluppo: "Formiamo i cardiologi di frontiera"

La sfida per i Paesi in via di sviluppo: "Formiamo i cardiologi di frontiera"

Modellini del cuore umano in tre dimensioni, per formare i giovani medici dei Paesi in via di sviluppo. Si chiama Aesculapius il programma dell’associazione Bambini cardiopatici nel Mondo che permette a cardiologi e cardiochirurghi pediatrici in arrivo dall’estero di affinare le proprie conoscenze a San Donato, in un apposito training center del Policlinico cittadino. Nel percorso di simulazione offerto ai giovani professionisti, fra gli strumenti a disposizione ci sono anche alcuni modellini del cuore umano in 3D, per riprodurre alla perfezione le diverse situazioni che potrebbero presentarsi in sala operatoria. In un anno, da luglio 2023 ad oggi, sono stati 80 i medici che - in arrivo da Tunisia, Benin, Siria, Kurdistan e molti altri Paesi - hanno avuto la possibilità di perfezionare la propria tecnica sotto la regia del luminare e cardiochirurgo Alessandro Frigiola, direttore dell’unità di cardio-chirurgia pediatrica e del congenito adulto del Policlinico San Donato, nonché fondatore e presidente di Bambini cardiopatici nel Mondo. "Le sessioni sono molto intense: 5 giorni di totale full immersion – spiega il professor Frigiola –. E i risultati si vedono da subito, con sensibili miglioramenti anche solo nel dare i punti di sutura. Ad ogni tornata riusciamo a formare 8-10 medici". L’ultima sessione si è svolta a fine giugno, quando i camici bianchi in trasferta a San Donato hanno anche ricevuto la visita dell’artista milanese Gregorio "Greg" Mancino, testimonial di Bambini cardiopatici e ideatore dei celebri "cuori col ricciolo". Ora si aspetta una nuova tornata di corsisti, a metà luglio.

"Se il progetto Aesculapius venisse inserito nel Piano Mattei (programma governativo che punta a rafforzare i legami fra Italia e Africa, ndr) ci sarebbe l’opportunità di formare molti più medici e contribuire così a salvare tante vite umane – ancora Frigiola –. La presenza di personale qualificato nei Paesi poveri, o in guerra, resta un tema centrale per riuscire a garantire ai bimbi cardiopatici cure adeguate e tempestive".

Attualmente, su un totale di 2 milioni di bambini malati di cuore che nascono ogni anno nel mondo, un milione e mezzo non ha speranze di sopravvivenza proprio perché si trova in Paesi dove non esistono possibilità di cura. Bambini cardiopatici nel Mondo vuole contribuire a invertire la tendenza grazie anche al sostegno di European heart for children e Gksd Healthcare, partner del progetto Aesculapius.