La scuola filtro di tensioni e disagi "Sempre più compiti e responsabilità"

Il provveditore: "È l’ultimo presidio educativo. Più dialogo con la famiglia e restituire autorevolezza ai docenti". Sindacati e dirigenti chiedono professionisti negli istituti per intercettare il malessere e più sicurezza.

La scuola filtro di tensioni e disagi  "Sempre più compiti e responsabilità"

La scuola filtro di tensioni e disagi "Sempre più compiti e responsabilità"

di Simona Ballatore

"La scuola rischia di essere, o è già, l’ultimo presidio educativo al quale si demandano sempre più compiti e responsabilità": lo ricorda il provveditore di Milano, Yuri Coppi, poche ore dopo l’aggressione al liceo scientifico Alessandrini di Abbiategrasso. "Va migliorato il dialogo scuola-famiglia e riconosciuta autorevolezza alla figura del docente - sottolinea Coppi -. Il disagio giovanile va intercettato e letto per tempo dalle famiglie, dai professionisti a anche dai docenti, che devono essere adeguatamente preparati e supportati per poterlo fare".

È la prima volta che una scuola di Milano si trova al centro di un’aggressione di simile portata e il pensiero di tutti va a lei, la prof di Lettere Elisabetta Condò che - dopo un’esperienza di lungo corso alle medie e nella rappresentanza sindacale della Flc Cgil - aveva scelto di dedicarsi alle superiori. "Siamo vicini alla nostra collega, che è stata anche nostra delegata. Non ci capacitiamo di quanto successo, proprio a lei, con tutto l’impegno e la responsabilità che ha sempre dimostrato a scuola: è sempre in prima fila nei progetti di inclusione scolastica", sottolinea Felice Comi, funzionario Flc Cgil di Milano e dell’area Ticino-Olona. Anche all’Alessandrini Condò lavorava per l’inserimento dei ragazzi di prima, stranieri o con fragilità. L’impegno sindacale lo aveva messo in stand-by un paio di anni fa "perché in questa fase di passaggio dalle medie alle superiori voleva dedicarsi a quello e ai ragazzi senza escludere di tornare a dare il suo contributo al sindacato tra qualche anno". Resta la preoccupazione per quanto successo e ci si concentra su due fronti: "Sicurezza nelle scuole e malessere degli studenti, aumentato dopo la pandemia".

"Il tema della sicurezza è legato a quello del personale, che manca rispetto alle necessità - continua -, pensiamo a chi gestisce l’accoglienza e l’uscita da scuola, agli organici previsti durante il periodo del Covid che sono stati tagliati. C’è un problema organizzativo. Se uno si ammala è difficile sostituirlo, si scoprono servizi e si spostano risorse da una parte all’altra, spesso su più scuole". Anche sul fronte insegnanti, "se non vogliamo solo lezioni frontali questi numeri non reggono. Ai docenti chiediamo sempre più ruoli e quel sostegno psicologico su cui si dovrebbe investire, con il coinvolgimento degli enti locali".

"Massima solidarietà alla scuola e alla collega ferita" anche da Mauro Agostino Donato Zeni, dirigente del liceo Tenca e presidente dell’Associazione nazionale presidi Milano: "L’episodio è gravissimo ma mette in evidenza anche l’importanza della scuola, che fa ancora una volta da cuscinetto a tutte le tensioni che attraversa la società, le ’metabolizza’. Da episodi così emerge in controluce il suo ruolo e il bisogno di investire per il suo funzionamento". "Il docente - continua Zeni - per sua natura è in prima linea. E lo è anche in un momento in cui, dal punto di vista cognitivo, si è spesso in pasto ai social, positivi se usati bene altrimenti accentuano i problemi. C’è poi la fragilità delle famiglie, che emerge anche in aula, e il lungo strascico delle fragilità amplificate dal periodo pandemico. La scuola fa da filtro, si trova a gestire complessità e fatiche. Non sempre ce la fa, ma va riconosciuta e supportata". "Ancora una volta è il luogo dove si intercettano più velocemente i malesseri della società - il commento di Massimiliano Sambruna, Cisl Scuola MIlano –. È quindi necessario riflettere sugli investimenti che servono per far fronte a un disagio che si è acuito dopo il periodo di chiusura per il Covid. Servono risorse, professionisti nelle scuole e presidi sanitari territoriali. Agli insegnanti non possiamo chiedere di fare anche gli psicologi: quando notano un malessere devono avere un interlocutore. La scuola è un buon luogo per intercettare problemi sociali, ma deve esser messo nella condizione di poterlo fare".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro