
La Scuola di ballo del Piermarini. Dai primi passi ai prof della danza
Frédéric Olivieri, nato a Nizza, medaglia d’oro al Prix de Lausanne, formato alla scuola dell’Opéra di Parigi, ballerino della maison sotto Nureyev, étoile a Montecarlo e ad Amburgo, due volte direttore del ballo alla Scala e due volte alla testa della Scuola di Ballo, racconta le novità. Appena tornato dagli Emirati, è in sala ballo, a vedere il lavoro dei diplomandi: "Il pubblico al Teatro dell’Opera di Dubai era estasiato dal programma classico-moderno, dai brani del mio ‘Schiaccianoci’ al duo ‘Winter’ di Demis Volpi, che dirigerà Amburgo, al nuovo ‘Largo’ di Matteo Levaggi, a ‘Paquita’ di Petipa, un fuoco di artificio classicissimo nei suoi tutu corti rossi. Una festa per i ragazzi. Faremo lo stesso programma al Comunale di Piacenza il 3 marzo".
Gli impegni del 2024 sono tanti. Anzitutto a Danza in Fiera a Firenze. Con quale piano?
"Io darò una master class, nello spazio dell’Accademia, si presenteranno le nuove iniziative non solo sulla danza, per allievi e insegnanti, sul design luci, trucco e parrucco, e per il management dello spettacolo".
Si allargherà il ventaglio di opportunità di studio a Milano?
"Iniziamo quest’anno il nuovo biennio che completa il ciclo 3+2, a livello universitario, per formare insegnanti di danza classica; avremo così tutta la gamma di offerte del Dipartimento Danza, dalla propedeutica- 180 allievi/e tra i 6 e i 10 anni, la scuola, il nostro core-business con il suo liceo coreutico per 170 studenti, i corsi di perfezionamento-training per i giovani ballerini, anche australiani e giapponesi, in vista delle audizioni, con maestri ospiti da grandi compagnie; gli stage estivi; la formazione dei docenti, di studiosi, ricercatori, organizzatori; tutti i mestieri della danza".
Quali sono le più grandi soddisfazioni da tanto lavoro?
"Quando ho diretto il ballo sono riuscito a portare in Scala coreografi come Wayne McGregor con i suoi ‘Woolf Works’ per Alessandra Ferri e Angelin Preljocaj con i ‘Winterreise’; alla scuola ho visto i primi passi di Nicoletta Manni, ora étoile, e di tanti altri, Martina Arduino, Jacopo Tissi; abbiamo allevato Angelo Greco, ora al San Francisco Ballet; la felicità è poi vederli crescere in palcoscenico".
A che balletti e opere le nuove leve prenderanno parte?
"Saranno in ‘Bayadère’ e ‘Guillaume Tell’ e nel ciclo-giovani ‘Lalla & Scali’; dal 26 al 20 di aprile appuntamento al Teatro Strehler in ‘Allegro brillante’ di Balanchine, una suite da ‘La strada’ di Pistoni a cura del figlio Guido, e ‘New Sleep Duet’ di William Forsyrthe. Con lo stesso programma, faremo tappa a La Fenice di Senigallia; e poi al Piermarini il 18 maggio per festeggiare la fine anno scolastico, direttore David Coleman".
Parteciperete il 17 aprile a un incontro-gala di grandi scuole nel tempio della danza francese. In Italia a dirigere le compagnie e le scuole di ballo delle Fondazioni Liriche ci sono ora tutti francesi. Come mai?
"Sono i figli di Nureyev all’Opéra, che hanno imparato da lui come si fa. Non ce ne rendevamo conto, ma ora si vedono i frutti assorbiti. Comunque io mi sento italiano, ho quattro nonni italiani; qui a Milano sto benissimo, perché c’è sempre qualche progetto nuovo da portare avanti; e non c’è mai il rischio della routine".