Nicola Palma
Cronaca

La riunione anarchica segreta al Brancaleone

Cellula insurrezionista smantellata dai carabinieri. Il proclama "Riflessioni" e il summit ristretto del 27 gennaio 2019 in piazza Alfieri

La sera del 27 gennaio 2019, una ragazza scende da un pullman Flixbus in arrivo da Roma e viene subito controllata da una pattuglia dei carabinieri della Compagnia Magenta: con sé ha un documento dal titolo "Riflessioni". La ragazza si chiama Francesca Cerrone, è nata poco meno di trent’anni fa a Rovereto ed è residente nella Capitale. Cosa ci fa a Milano quel giorno? È diretta alla Casa Brancaleone di piazza Alfieri, dove parteciperà a una riunione ristrettissima di anarchici per discutere delle frasi contenute in quel foglio, una sorta di resoconto di quanto fino ad allora attuato con un precedente proclama, il "Dire e sedire". A un anno e mezzo da quel summit segreto, mai pubblicizzato sui siti d’area, Cerrone e altri quattro frequentatori del centro sociale Bencivenga, a Batteria Nomentana, sono finiti in carcere perché accusati di aver costituito una cellula eversiva di matrice anarco-insurrezionalista; uno di loro, Claudio Zaccone, è ritenuto dai carabinieri del Ros co-responsabile dell’attentato alla stazione dell’Arma di Roma San Giovanni del 7 dicembre 2017, quando un ordigno ad alto potenziale causò gravi danni all’edificio. Cerrone, da tempo in Spagna, è stata arrestata nei pressi di Almerìa con la collaborazione della Comisarìa general de informaciòn del Corpo nazionale di polizia iberica, mentre il torinese Roberto Cropo, 33 anni, è stato rintracciato a bordo di un camper a Saint Etienne con l’aiuto della sottodirezione anti terrorismo della Direzione centrale della polizia giudiziaria francese. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il gruppo puntava a "riorganizzare il movimento anarchico superando “ogni localismo“, per avviare una nuova fase dell’insurrezionalismo, che avvicinasse i diversi gruppi, così da colpire l’organizzazione democratica e costituzionalmente organizzata dello Stato".

Il punto di riferimento era Alfredo Cospito, ideologo della Fai (Federazione anarchica informale) in carcere a Ferrara per la gambizzazione dell’allora ad di Ansaldo Roberto Adinolfi, avvenuta a Genova il 12 settembre 2012. È lui a lanciare dalla cella un vero e proprio proclama strategico col comunicato "L’autismo degli insorti", che sancisce, sottolinea il gip Anna Maria Gavoni, "la nascita di una nuova anarchia caratterizzata dalla piena commistione e alternanza tra azione anonima e azione rivendicata"; in particolare, il cinquantaduenne di Pescara, gravitante sin da giovanissimo nella cosiddetta "corrente scissionista" (quella che portò alla fondazione di gruppi che compivano attentativi con sigla e rivendicazione), analizza i vari tipi di lotta e conclude per la coesistenza tra la strategia di lungo termine che "ha l’ambizioso obiettivo di scatenare in tempi lunghi un’insurrezione generalizzata" e quella di più immediata esecuzione che mira a "fare il massimo dei danni possibili, senza mettere tempo in mezzo, con le forze reali (per quanto “scarse“ siano) che gli anarchici oggi hanno a disposizione". Da quella chiamata alle armi, nasce il documento "Dire e sedire", basato su due capisaldi: la critica alla repressione che colpisce gli anarchici (a cominciare dall’operazione Panico a Firenze) e il progetto di un "movimento unito e basato sulla “solidarietà“, che superi i contesti locali “ampliando geograficamente la solidarietà e l’attacco“ e mantenga “viva e accesa la conflittualità“". Si tratta di un documento che, per il giudice, ha "un elevato spessore", in quanto "mira a realizzare, al di là delle singole operazioni repressive, una nuova e più efficace rete di gruppi anarchici d’azione, rete basata sull’affinità e sulla complicità, che ha lo scopo di “infrangere l’immagine di colosso repressivo-sbirresco infallibile che ci paralizza“". Contenuti pienamente sovrapponibili, la convinzione degli inquirenti, a quelli ritrovati nella rivendicazione della Fai-Fri cellula Santiago Maldonado dell’attentato alla stazione dell’Arma.

A inizio 2019, il gruppo sente l’esigenza di fare il punto della situazione, per capire quanto sia stato effettivamente messo in pratica, spiega il gip, "del progetto clandestino “Dire e sedire“". L’appuntamento è in piazza Alfieri, alla Casa Brancaleone (sgomberata dalla polizia nel gennaio scorso). Da Roma partono, separati, Roberto Cropo, Nico Aurigemma e Francesca Cerrone per discutere il documento "Riflessioni": l’autore è Cropo (già ispiratore di "Dire e sedire" con Aurigemma, Flavia Di Giannantonio, Angela Sipala e Geronimo Llorens), che la sera prima lo consegna a Cerrone per portarlo all’incontro. Cosa c’è scritto? I romani chiamano a raccolta i "compagni" milanesi e delle altre città, "persone di fiducia" da avere al fianco "per iniziare questo percorso di complicità agli arrestati e indagati".